La radioterapia può essere meno stressante con la musica

La musicoterapia in radioterapia: detta così sembra quasi una filastrocca. Ma dietro alla rima scioglilingua si cela una possibilità in più con tanti vantaggi per i pazienti. A portare le sette note tra gli acceleratori lineari (i macchinari usati per i trattamenti, ndr), ci hanno pensato gli Amici della Radioterapia (ARTe), un’associazione che si è costituita da alcuni anni per fornire un supporto diretto a favore dei pazienti e del personale del reparto di Niguarda.
Il progetto ha mosso di recente i primi passi per verificarne la fattibilità e presto sarà a disposizione di tutti i pazienti che vorranno prenderne parte. A intuirne il possibile valore aggiunto è stato il Direttore della Radioterapia, medico radioterapista e appassionato di musica, che tramite l’associazione ha coinvolto una musicoterapeuta nella realizzazione dell’iniziativa: Beatrice Barbano. Il suo è un curriculum con alle spalle diversi corsi di specializzazione, un master e una laurea al conservatorio in organo e composizione. “L’idea alla base è quella di sfruttare l’effetto che aiuta il paziente a rilassarsi durante la radioterapia - ci dice-”. Una ricaduta non trascurabile, visto che il requisito della perfetta immobilità sul lettino dell’acceleratore, da mantenere anche per 20 minuti per la buona riuscita del trattamento, può essere molto stressante.
A ciò si aggiunge un indubbio potere umanizzante della musica che porta note di calore in un ambiente notoriamente freddo per l’alta componente tecnologica presente.
I pazienti coinvolti in questa prima fase hanno molto apprezzato l’iniziativa. Il personale li ha contatti e ha descritto loro la possibilità. “Quindi dopo un breve sondaggio sui gusti musicali, abbiamo preparato una playlist personalizzata con la musica preferita da diffondere durante il trattamento - spiega Barbano-. Al termine si è proposto un questionario che attraverso una serie di domande andava a sondare l’utilità di quanto realizzato. E’ stata una valutazione in doppio, rivolta sia al paziente che al tecnico della radioterapia, perché un altro degli obiettivi da considerare è quello di migliorare, l’interazione tra le parti, facilitandola. Con il progetto a regime e una casistica consolidata, useremo i dati ottenuti per estrapolare delle evidenze statistiche”.
E’ interessante anche la seconda fase, che si potrebbe aprire più avanti, e che grazie all’utilizzo di un software innovativo punta a comporre musica finalizzata alla terapia.
“Il tutto grazie ad una collaborazione con il Professor Alfredo Raglio, PhD, musicoterapeuta e coordinatore scientifico del Master in Musicoterapia dell’Università di Pavia- puntualizza Barbano -. Il software, invece, è stato sviluppato dal Gruppo di Studio in Biomimetica dell’Università di Malaga e attraverso un algoritmo, delle sequenze numeriche, permettere di comporre musica sulla base di specifici parametri e strutture musicali. Ciò consente di produrre musica in funzione delle necessità terapeutiche e di controllare e modulare i vari aspetti della composizione.”
Un progetto tutto da seguire e da ascoltare, orecchie aperte.