Accoglienza e storie di vita

I numeri quantificano i risultati delle terapie, danno la portata dei passi in avanti della ricerca.
Ma dietro quelle cifre si celano le storie di persone che si prendono cura di altre persone.
L’accoglienza in ospedale spesso ha il volto di un infermiere, ma può essere anche la mano di un’associazione.
Elena Marino, coordinatrice infermieristica della degenza oncologica

Di chi vi prendete cura in reparto?

Dei pazienti per cui può essere necessario un ricovero per lo svolgimento di terapie particolari che non possono essere somministrate in day hospital. Oppure ci sono i casi in cui il ricovero è necessario per condurre degli esami specifici, come ad esempio una biopsia, per arrivare alla diagnosi o per specificarla meglio.

Qual è il ruolo dell’infermiere?

Quando il paziente viene ricoverato il primo contatto è con l’infermiere. E’ lui che lo accoglie e gli fornisce le indicazioni sulla struttura e sullo svolgersi delle attività in reparto. Ovviamente ci occupiamo anche di tutte le attività che riguardano l’assistenza. La disponibilità del personale è continua: 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno.

Com’è organizzato il reparto?

Conta 44 posti letto, 32 per l’oncologia e 12 per l’onco-ematologia. In ogni stanza ci sono due letti con un bagno. C’è, poi, un soggiorno comune dove i pazienti e parenti possono intrattenersi. A loro disposizione c’è anche un terrazzo, uno spazio all’aperto di 300 metri quadrati, allestito grazie al contributo della Fondazione Oncologia Niguarda, con tante diverse specie di piante e alberi da frutta. E’ un’oasi verde, studiata da giardinieri, per i pazienti, i parenti e il personale del reparto.
Monica Torretta, coordinatrice infermieristica del Day Hospital-Oncologia

Di chi vi prendete cura?

Dei pazienti seguiti per patologie oncologiche e onco-ematologiche. Nel reparto ci sono 47 postazioni, che possono essere un letto o una poltrona, a disposizione per le terapie.

Nel Day Hospital cosa si fa?

Qui vengono condotti tutti i trattamenti che richiedono qualche ora di permanenza in ospedale. Come ad esempio la chemioterapia. Il paziente arriva, viene fatto accomodare e inizia la somministrazione. Finita la terapia ci si accerta che non ci siano problemi per il paziente che può così tornare a casa.

Somministrare le terapie, ma anche stabilire il primo contatto con i pazienti, è il compito delicato di voi infermieri…

Anche questo è un aspetto importante del nostro lavoro. Così agli ammalati, che arrivano per la prima volta nel day hospital, viene spiegato come è organizzato e come si svolgerà il percorso di cura. C’è poi tutta la parte di educazione sanitaria che riguarda non solo le terapie in ospedale ma anche quelle che dovranno essere condotte a casa. Così spieghiamo loro la posologia dei farmaci e li informiamo dei possibili effetti collaterali e i comportamenti giusti per fronteggiarli.

Per cercare di alleggerire le ore trascorse in ospedale nella sala d’attesa del Day Hospital c’è una grande biblioteca con tanti libri tra cui scegliere…

Ci sono più di 2.000 volumi donati da chiunque voglia contribuire. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Oncologia Niguarda e permette al paziente di avere qualcosa da leggere durante l’attesa o durante la terapia. I libri possono essere anche portati a casa.
La Fondazione Oncologia Niguarda promuove il miglioramento dell’assistenza e della ricerca nell’Oncologia Falck. Con questo scopo la Fondazione si occupa della raccolta fondi, da destinare a diverse attività.

Paola Erba si occupa di gestire gli aspetti organizzativi della Fondazione.

Quali sono i progetti supportati?

Possono essere suddivisi principalmente in 3 ambiti: accoglienza, ricerca e formazione. Nel primo ambito ricadono tutte quelle attività destinate a migliorare il comfort del reparto per pazienti e personale. Alcuni esempi sono l’apertura di ambienti dedicati, come il terrazzo –giardino nella degenza, la biblioteca a disposizione dei pazienti e l’allestimento di aule per ospitare incontri formativi tra gli specialisti e la discussione dei casi clinici.

C’è anche spazio per l’arte?

Sì, cerchiamo di portate anche questa in reparto, grazie all’esposizione di opere di grandi artisti. Perché per noi accogliere significa anche mettere a disposizione del paziente un ambiente piacevole in cui trascorrere il tempo dedicato alle cure. Il nostro impegno è però incentrato anche sul finanziamento di diversi progetti di ricerca, mirati allo sviluppo di nuove terapie, e borse di studio che possano garantire la formazione dei medici specializzandi presso il reparto di Niguarda. Tutto questo è possibile solo grazie al contributo dei nostri donatori e benefattori.