A Niguarda un pacemaker senza fili

Ha le dimensioni di una piccola pila cilindrica e viene inserito direttamente nel cuore senza bisogno di chirurgia per l’impianto: è il pacemaker leadless, una rivoluzione in cardiologia, che si appresta a diventare realtà per i pazienti seguiti dalla Cardiologia 3-Elettrofisiologia di Niguarda, uno dei pochi centri in Italia dove nei mesi passati questi devices di ultima generazione sono stati testati.

Nel mondo i portatori di pacemaker o di altri dispositivi per il trattamento delle aritmie sono circa 4.000.000 e ogni anno sono circa 700.000 i nuovi impianti. I sistemi, fino ad oggi utilizzati, sono complessi e comprendono un generatore di impulsi - il pacemaker vero e proprio (che viene alloggiato in una tasca sottocutanea) - e uno o più elettrocateteri - i “fili”- pronti a rilevare e ad innescare la stimolazione elettrica quando il battito rallenta.

Diversamente dai pacemaker convenzionali quello senza fili risiede interamente all’interno del cuore.
Il dispositivo è miniaturizzato, è 10 volte più piccolo, ed incorpora sia la batteria che un microelettrodo in grado di stimolare la contrazione non appena viene rilevato un ritmo non adeguato.

La tecnologia del pacemaker leadless, che assomiglia ad una comune pila, comprende alcuni microchip e una piccola batteria sigillata all’interno della cassa del dispositivo, in grado di garantire una longevità superiore.

Il pacemaker leadless viene inserito nel cuore con un sistema transcatetere attraverso una semplice puntura percutanea della vena femorale.
L’impianto, a differenza della procedura tradizionale, non richiede alcuna incisione sul torace ed è molto meno invasivo per i pazienti.
L’assenza della tasca sottocutanea e dei fili di collegamento, inoltre, contribuisce ad abbassare il rischio di possibili infezioni.

Il Dipartimento Cardiotoracovascolare di Niguarda, all’avanguardia nell’impianto dei pacemaker fin dalla loro invenzione, ha trattato con successo i primi pazienti con il pacemaker senza fili.