La riabilitazione “salva-cuore” per riprendersi dopo l'infarto

Dopo un evento severo come un infarto sono molte le domande che si affollano nella testa del paziente: riuscirò a riprendere la vita di prima? Ci saranno delle limitazioni? Quali precauzioni sono necessarie? 


Dopo l’infarto si può riuscire a riprendere la vita di prima?

Le valutazioni vanno fatte caso per caso, quantificando l’entità dei danni subiti dal cuore. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, si può ritornare a fare le stesse attività che si facevano prima dell’infarto: lavoro, attività fisica e tutto il resto. Anzi spesso il ritorno alla “normalità” comporta una svolta in positivo, perché l’evento cardiaco porta il paziente a correggere il suo stile di vita adottando i giusti accorgimenti.


Quali sono questi comportamenti virtuosi “salva-cuore”?

Innanzitutto la terapia farmacologica concordata va seguita scrupolosamente. Alcuni farmaci sono dei veri e propri “salva-vita” soprattutto quando il paziente è stato trattato con l’angioplastica coronarica. Poi c’è l’attenzione ai fattori di rischio: alcuni si possono e quindi si devono abolire del tutto, come il fumo e la sedentarietà. È necessario, poi, adottare una dieta sana e corretta, cercando di ottimizzare il proprio peso corporeo. Infine è fondamentale tenere ben controllati i valori della pressione arteriosa, della glicemia, dell’assetto lipidico -in particolare del colesterolo “cattivo”, cioè la frazione LDL- e controllare lo stress.


Com’è strutturato il percorso riabilitativo?

Qui a Niguarda questo percorso viene gestito ambulatorialmente, quindi il paziente conduce la sua vita normale a casa e viene in Ospedale solo per le sedute riabilitative, cioè 2-3 ore al mattino per circa 4 settimane. La cardio-riabilitazione si basa su tre componenti fondamentali. La prima è una valutazione clinica e strumentale mirata a definire meglio lo stato funzionale del cuore ed il profilo di rischio del paziente. La seconda è l’educazione sanitaria per comprendere la propria malattia e l’importanza della correzione dei fattori di rischio. Il terzo punto è un programma personalizzato di training fisico con esercizi a corpo libero in palestra ed allenamento alla cyclette o al tapis roulant.


Per trattare al meglio tutti questi aspetti c’è bisogno che più professionisti seguano simultaneamente il paziente. Da chi è composta l’équipe?

Oltre al cardiologo, all’infermiere specializzato ed al fisioterapista che seguono quotidianamente il paziente, fanno parte del team lo psicologo ed il nutrizionista. La collaborazione si allarga poi, a seconda delle specifiche necessità, ad altri specialisti come il fisiatra, il diabetologo, l’endocrinologo ed altri.


E’ utile ribadire l’importanza del training fisico che è una vera e propria terapia…

….che però bisogna fare! L’intervento cardio-riabilitativo dopo l’infarto è efficace e può ridurre di circa il 25% la mortalità successiva. È fondamentale però mantenere ciò che si è imparato: per non perdere i benefici acquisiti bastano 30-40 minuti di attività fisica almeno 4 volte la settimana, meglio se tutti i giorni.