L'OCT per "fotografare" lo stato di salute delle coronarie

Le coronarie sono i vasi sanguigni che portano il sangue al cuore. Un restringimento dovuto alla presenza di una placca può determinare condizioni ad alto rischio come l’infarto o l’angina.

Quali tecniche diagnostiche hanno oggi a disposizione gli specialisti per valutare lo stato di salute delle coronarie e per impostare il giusto trattamento?

 

Coronarografia

E’ un esame radiologico. Per realizzarlo bisogna raggiungere le coronarie alla loro origine e iniettare all’interno una sostanza radiopaca. Quindi una serie di radiografie in sequenza consente di visualizzare i vasi ed i loro eventuali restringimenti. L’esame, però, permette di “vedere” solo l’esterno del vaso, per avere un riscontro sulla situazione interna occorrono altre indagini.


Dentro la coronaria con l’FFR

L’FFR- Fractional Flow Reserve -viene misurata nel corso della coronarografia grazie ad uno specifico dispositivo chiamato “guida di pressione” (che s’inserisce nel catetere-guida della procedura). L’FFR è un indice che stima la gravità funzionale dei restringimenti, identificando quali di questi è il responsabile del limitato afflusso di sangue al cuore in un paziente ischemico.


L’esame con gli ultrasuoni

L’ecografia intra-coronarica è una tecnica che utilizza dei cateteri miniaturizzati per raggiungere le coronarie e ottenere per mezzo degli ultrasuoni informazioni sul vaso, non soltanto riguardo al lume (la porzione interna), ma anche riguardo alle caratteristiche e alla struttura della placca. Inoltre questo tipo di tecnica è molto utile per quei pazienti già trattati con l’angioplastica e portatori di uno stent per capire se il loro dispositivo è dilatato a sufficienza.


L’alta definizione con l’OCT

L’Optical Coherence Tomography -OCT- è una tecnica di più recente acquisizione, che sfrutta i raggi infrarossi. Grazie alla più alta risoluzione, tra le 10 e le 50 volte in più rispetto all’ecografia intra-coronarica, permette una valutazione migliore dei diversi strati, a diversa composizione, che formano la placca. Ad esempio è in grado di valutare lo spessore del cappuccio fibroso, un indice molto importante per stimare la pericolosità della placca e il suo rischio di rottura. L’OCT, grazie alla sua precisione e alla ricchezza d’informazioni è uno strumento molto utilizzato nella ricerca per lo studio dei meccanismi che portano all’evento ischemico, nella pratica clinica ha un ruolo chiave per impostare al meglio il trattamento nei pazienti.