Scompenso cardiaco, aiuti artificiali per il cuore affaticato

Molte malattie del cuore come infarto e cardiomiopatie causano lo scompenso cardiaco, una condizione in cui l'organo non è più in grado di fornire sangue e quindi ossigeno in misura sufficiente al resto del corpo.
La sofferenza cardiaca si traduce in un affaticamento generale con una mancanza di fiato durante l'attività fisica, anche leggera, o addirittura a riposo specie in posizione sdraiata, gambe gonfie, difficoltà ad alimentarsi, cardiopalmo.
 

L'aggravamento di questi disturbi può arrivare fino allo stato di shock.
E' spesso necessario un ricovero ospedaliero.

Lo scompenso interessa più dell'1% della popolazione, raggiungendo un picco del 5% tra gli ultrasettantenni, e compromette la qualità di vita e la sopravvivenza in misura simile o superiore alla maggior parte dei tumori.
Il trattamento si basa sullo stile di vita e sull'uso di farmaci e di pacemaker-defibrillatori.
Queste cure hanno migliorato l'aspettativa di vita dei pazienti rispetto allo scorso decennio, limitando la necessità di ricorrere al trapianto di cuore.
Nelle forme più gravi, cioè quando i farmaci più potenti non sono efficaci o rischiano di perdere la loro efficacia si può ricorrere all'aiuto del cosiddetto cuore artificiale e apparecchi che sostengono o sostituiscono la funzione del cuore.

L'ospedale è all'avanguardia nell'impiego di questi sistemi di assistenza al circolo, da quelli di breve durata, cioè qualche giorno, che possono essere impiantati per via percutanea in terapia intensiva o nelle sale di emodinamica, a quelli destinati a durare anche anni che necessitano invece di un vero e proprio intervento chirurgico.


Consigli per la prevenzione delle infezioni per i portatori dei dispositivi di assistenza meccanica al circolo >>>