Aldo Carpi: “La Cacciata dal Paradiso Terrestre”

Il 14 aprile 1938, la Commissione artistica dell’erigendo Ospedale Niguarda aveva deciso di affidare la realizzazione delle tre vetrate dell’abside della chiesa dell’Annunciata rispettivamente a Mario Sironi (Annunciazione), ad Aldo Carpi (La cacciata dal Paradiso Terrestre) e ad Alberto Salietti (La natività). Anselmo Bucci era stato tenuto di “riserva” nel caso in cui qualche artista non avesse accettato!
“La cacciata dal Paradiso Terrestre” di Aldo Carpi si trova a sinistra della celebre “Annunciazione” di Sironi. Aldo Carpi, si era già dedicato alle vetrate del Duomo e pochi anni prima aveva vinto la cattedra di pittura all’Accademia delle Belle Arti di Milano, ma pur con questi riconoscimenti ufficiali sentiva certamente “la concorrenza” con la confinante vetrata di Mario Sironi, il cui genio non ancora noto al grande pubblico, certamente non sfuggiva al “Professore di Brera”.
Sulla sinistra l’Angelo brandisce la spada con gesto minaccioso per cacciare i nostri progenitori dal Paradiso, Dio compare immobile nel centro della composizione e Adamo ed Eva, con movimento diagonale avanzano luminosi verso di noi quasi volessero uscire dalla vetrata. Al di là di questo schema classico (pensiamo alla Cacciata dal Paradiso Terrestre di Michelangelo – Cappella Sistina) l’autore, in modo originale ha invaso la scena con una vegetazione rigogliosa del Paradiso Terrestre collocando tra le piante, in modo quasi fiabesco, animali simbolici come agnelli, cervi, colombe, serpenti.
Per quanto riguarda la genesi dell’opera, lo stesso Carpi racconta (“La Lettura” – Milano 1939; pag. 1062) alcuni particolari tra cui la scelta della modella per rappresentare Eva: “… cercai la modella per l’Eva; la trovai perfetta: feci l’impianto di questa figura per prima. La modella, dopo il primo giorno, si ammalò… poi ne fissai una nuova, che era anche bella ma era alta la metà della prima. Questa mi servì ugualmente bene, perché posava con entusiasmo, ed io potei sviluppare la mia Eva alta circa tre metri…”.
Per Adamo e l’Angelo vennero usati modelli “normalmente reperibili in Accademia”. La vetrata di Aldo Carpi non è velata di ombre drammatiche come quella di Sironi ma approfitta della ricchezza coloristica per ottenere smaglianti effetti in dinamica armonia.
Enrico Magliano

Biografia dell’artista

Nel 1886 Aldo Carpi nasce a Milano, dove trascorre gran parte della sua vita. Dopo un periodo di apprendistato nello studio del pittore Bersani, entra nel 1906 all’Accademia di Brera, dove è allievo di Tallone e compagno di corso di Funi, Gola e Carrà.
Nel 1910 esordisce alle Mostre di Brera e della Permanente e nel 1912 è alla Biennale di Venezia, manifestazione alla quale parteciperà quasi ininterrottamente. Nel 1920 partecipa marginalmente al gruppo di Novecento e nel 1925 vince il prestigioso premio “Principe Umberto”. Nel 1930 vince il concorso per la cattedra di pittura all’Accademia di Brera.
Tra i suoi allievi, famosi artisti come: Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Aligi Sassu, Bepi Romagnoni, Giuseppe Banchieri, Tino Vaglieri, Trento Longaretti, Gianni Dova Nel 1934 inizia a dedicarsi alle vetrate del Duomo di Milano e invece nel ’39 alle vetrate dell’Ospedale Niguarda. Nel 1944, su delazione di un collega, è arrestato e deportato a Mauthausen, dove documenta la vita e la morte nel campo di concentramento con numerosi drammatici schizzi.
Rientrato in Italia nel 1945, viene acclamato direttore dell’Accademia di Brera e il Comune di Milano gli conferisce la medaglia d’oro per Meriti Culturali. Muore a Milano nel 1973.

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