1-7 ottobre 2023: settimana mondiale dell'allattamento materno

Come ogni anno, la prima settimana di Ottobre ricorre la Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno, nota anche come “SAM”, per ricordare quanto l’allattamento materno sia importante ai fini di un sano sviluppo del bambino. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, raccomanda il latte materno come alimento esclusivo per i primi 6 mesi di vita, da affiancare all’introduzione di cibi solidi durante lo svezzamento fino ai 2 anni di età. 
Mediamente dopo 3 mesi dal parto una mamma lavoratrice deve riprendere quanto interrotto con il parto. Ma, in questi casi, come si può conciliare l’allattamento con la routine lavorativa?

Non è un caso se il tema scelto per l’anno 2023 è proprio “Allattamento e lavoro”: l’obiettivo è quello di tutelare entrambi. Allattare è un lavoro di squadra: mamma, papà, bebè, famiglia, società. 
Di seguito, i temi che le nostre ostetriche hanno deciso di approfondire in “pillole” per l’occasione.
 

RISVOLTI PSICOLOGICI DEL RIENTRO A LAVORO

Chi si occuperà del mio bambino quando rientrerò al lavoro?

Il rientro al lavoro dopo il parto può essere vissuto dalle mamme in diversi modi: alcune scelgono di restare a casa e prendersi cura del proprio piccolo, altre invece sono desiderose di ricominciare a lavorare e recuperare i propri spazi. In entrambi i casi le mamme provano emozioni contrastanti. A ciò si aggiungono tutti i cambiamenti conseguenti alla nascita di un bambino: i ritmi, la gestione familiare, il rapporto tra partner si stravolgono, e alcuni equilibri potrebbero non funzionare più come prima. 

Molte mamme si sentono giudicate per le loro scelte, sia quella di tornare al lavoro sia quella di rimanere a casa per accudire il bambino. Esistono tanti pregiudizi e giudizi negativi nella nostra società e spesso le donne per questo si sentono in colpa. Non è semplice, infatti, ricordare che ogni rapporto mamma-figlio è unico e, proprio per questo, non può essere giudicato. Talvolta confrontarsi con gli altri è inevitabile, ma solo i genitori sono in grado di valutare cosa sia meglio per sé stessi e per il proprio bambino. 

Un altro passaggio che le famiglie devono affrontare con il rientro al lavoro dopo una nascita è il “delegare”. Può sembrare facile ma, di fatto, è spesso difficile scostarsi dal desiderio di essere “Super Mamme” che si districano da sole tra mille impegni. Nonostante talvolta la società si impegni a far passare il messaggio contrario, ritagliarsi i propri spazi e ricaricare le batterie è fondamentale.

Come affrontare dunque i momenti di “separazione” dal piccolo? Ricordarsi sempre di salutarlo, spiegandogli che mamma e papà ritorneranno è fondamentale; coccolarlo e rassicurarlo sul proprio ritorno può rendere la separazione affrontabile e meno dolorosa. I bambini, infatti, hanno una grande capacità di adattamento, soprattutto se si instaura una routine in cui, ad esempio, la madre torna sempre dopo i pasti o dopo il pisolino del pomeriggio. 

Dopo il rientro riservate del tempo di qualità: i momenti di ritrovo sono di conforto sia per voi che per il vostro piccolo. 
Il ritrovo dopo la separazione è un momento ricchissimo. E anche questo permette al tuo bambino di sviluppare e sperimentare la propria autonomia.
 

CONGEDI PARENTALI

Le mamme possono richiedere i permessi di allattamento, che corrispondono a due ore al giorno (anche cumulabili) in presenza di un orario giornaliero pari o superiore a 6 ore e un’ora al giorno se inferiore a 6 ore, raddoppiabili in caso di parto gemellare ed estendibili anche a chi lavora part-time. La richiesta deve essere presentata al datore di lavoro e/o all’INPS, mentre per le lavoratrici dipendenti è sufficiente inoltrare la domanda alla propria azienda. Nel caso in cui le madri rinunciassero ai permessi di allattamento, possono “approfittarne” i padri lavoratori dipendenti, presentando la domanda sia al datore di lavoro che all’INPS.

Inoltre, anche i papà possono usufruire di congedi parentali per stare con i propri figli. Esiste, infatti, il congedo di paternità obbligatorio per i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati. Prevede l’astensione di 10 giorni dal lavoro, utilizzabili tra i 2 mesi precedenti e i 5 successivi al parto. In caso di parto gemellare o plurimo, i giorni si estendono a 20.
È possibile, inoltre, un periodo di astensione facoltativa usufruibile entro i primi 12 anni del bambino della durata di 10 mesi. Qualora il papà fosse un lavoratore autonomo, dal 2022 è stata introdotta la possibilità di poter fruire di 3 mesi di congedo parentale con indennità, da utilizzare entro l’anno di vita. 
 

FIGURE DI SUPPORTO

Studi scientifici dimostrano che partner preparati sono una risorsa preziosa per le neomamme, anche rispetto all’allattamento al seno. Vi sono dei corsi di accompagnamento alla nascita previsti per le mamme e per chi lei sceglie come supporto in questo percorso. Possono essere tenuti in ospedale, in consultorio oppure online dalle ostetriche e da altri professionisti sanitari del settore materno infantile. 
Ad esempio, presso i Consultori Familiari Integrati di via Cherasco 7, via Brivio 2, via Val di Bondo 11 e Largo de Benedetti 1 è disponibile un’equipe multidisciplinare pronta a supportare la famiglia per affrontare più serenamente questi periodi ricchi di cambiamenti rapidi, entusiasmanti e a volte faticosi. 
Inoltre, è possibile interfacciarsi con un Consulente Professionale in Allattamento Materno (noto in inglese con l’acronimo IBCLC), una figura che supporta le madri attenendosi a un codice deontologico rigoroso, nel pieno rispetto delle evidenze scientifiche e del Codice di Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno.
 

CONSERVAZIONE DEL LATTE

È possibile rientrare al lavoro continuando a nutrire il bambino con il latte materno grazie alla possibilità di conservarlo.
Il latte materno può essere raccolto tramite spremitura manuale o tiralatte elettrico per poi essere conservato in frigorifero o, in caso di svuotamento del seno fuoricasa, attrezzandosi con un’apposita borsa frigo con ghiacciolino. 
È necessario ricordarsi di lavarsi sempre bene le mani prima di spremere il seno o tirare il latte e tenere a mente che non può essere scaldato in microonde o tramite fonti di calore diretto come il latte in polvere.
Ecco le indicazioni su come conservare il latte materno per un bambino sano e nato a termine:

  •  A temperatura ambiente (26°C) 4-6 ore
  •  In frigo (<4 °C) 4-8 gg
  •  Congelatore frigo a due porte (-18°C) 3-6 mesi
  •  Congelatore separato (-20°C) 6-12 mesi
     

I BENEFICI DELL'ALLATTAMENTO

Ma in conclusione… Perché è importante allattare a lungo?

Il latte materno è sempre un importante apporto di liquidi e nutrienti per il tuo bambino: il latte materno non diventa mai acqua.
Basti pensare che, dopo il primo anno di vita, 2 o 3 poppate forniscono ⅓ del fabbisogno calorico giornaliero. Inoltre, comporta benefici sia di tipo fisiologico oltre che una maggiore sicurezza dal punto di vista emotivo e relazionale.
Il piccolo, infatti, è maggiormente protetto dalle infezioni e si riduce il rischio di sviluppare patologie immunomediate come la celiachia, il diabete, la sclerosi multipla e le allergie. 
Allo stesso tempo, nelle mamme si riduce il rischio di sviluppare osteoporosi, oltre che tumori del seno e dell’ovaio
 

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.

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