#8marzo: Elizabeth Anderson

Immaginate di non poter votare, non poter possedere denaro, di non poter decidere per i vostri figli, di non poter fare nessuna professione se non la cameriera o l’istitutrice, di non essere ammesse a nessuna università. Ecco alcune storie di donne che hanno iniziato a cambiare le cose. Ecco il nostro 8 marzo.

L’istruzione per le donne causa nella loro mente un sovra esercizio che ne riduce le capacità riproduttive, portando a disordini nervosi e mentali, e in alcuni casi anche a sterilità
Così scriveva in un articolo nel 1874 Henri Maunel, giornalista londinese.

Elizabeth Garrett Anderson, che pochi anni prima aveva salvato centinaia di vittime dell’epidemia di colera che aveva colpito Londra, rispose all’articolo affermando che il vero pericolo per le donne non era tanto l’istruzione, quanto la noia.

Essere donna in epoca vittoriana era infatti un’impresa durissima. Era condiviso dalla società l’ideale della “donna angelo”, emanazione dell’uomo, una figura femminile dolce, ignara dei problemi del mondo, dedita all’acquerello e alla famiglia.
Ma quando si trattò di decidere del proprio futuro, Elizabeth scelse una carriera che significasse anche un avanzamento dei diritti delle donne: la medicina.

Ovviamente nessuna facoltà accettò la sua candidatura, così studiò privatamente. In quanto donna non poteva assumere alcun ruolo all’interno degli ospedali, allora aprì uno studio privato che crebbe così rapidamente da raggiungere le dimensioni di una piccola clinica e che dedicò alle donne indigenti.
Nel frattempo l’Università Sorbona aprì l’ammissione alle donne, così corse a Parigi per laurearsi, cosa che avvenne nel 1870.

Nel 1874 fondò la London School of Medicine for Woman, che diventerà un riferimento europeo per professionalità e qualità dell’insegnamento. 

Elizabeth morì molto vecchia nella sua casa di Londra. In vita ha fatto il medico, l’insegnante, il rettore, il sindaco e è stata la prima donna inglese a diventare magistrato. Ebbe tre figli.

Per rispondere al giornalista Henri Maunel, si direbbe proprio che l’istruzione non le causò né disordini mentali, né infertilità.
 

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