ANGIOMI CAVERNOSI

Sono delle malformazioni formate da vasi sanguigni, che hanno l’aspetto di una mora. Si possono trovare nel cervello, nel midollo spinale e, più raramente, in altre regioni del corpo tra cui la pelle e la retina: sono gli angiomi cavernosi e si stima che interessino una persona ogni 600 individui, cioè approssimativamente lo 0,2% della popolazione generale. 

A Niguarda, per i pazienti affetti da angiomi cavernosi del sistema nervoso centrale, si è predisposto un iter diagnostico e di cura che coinvolge la Neuroradiologia, la Neurochirurgia, la Chirurgia dell’Epilessia e l’Oculistica (in caso di interessamento). In questi casi il rischio da scongiurare è quello di un’emorragia, a seguito di un aumento delle dimensioni dell’angioma e la comparsa di disturbi.

Tra i sintomi clinici, che possono essere indicativi, ci sono i mal di testa ricorrenti e gli attacchi epilettici.
Tuttavia può capitare che tali malformazioni non causino alcun tipo di problema, rimanendo asintomatiche anche per tutta la vita e venendo ad essere scoperte casualmente. 

Esistono, poi, delle varianti ereditarie rare, la cui causa è nei geni. Nel nostro Ospedale si è predisposto un approccio specifico per queste forme, più “aggressive”, coordinato dall’équipe di Genetica Medica. Siamo uno dei pochi centri in Italia, infatti, ad offrire questo tipo di servizio, per cui grazie a specifici test si possono identificare la maggior parte dei casi e in caso di esito positivo, la consulenza può essere estesa anche ai familiari a rischio.
Ciascun figlio di un individuo affetto da questa forma ha il 50% di probabilità di ereditare la malattia.
Fino ad oggi sono stati individuati 3 geni che se mutati possono causare la patologia, ma si ipotizza che ve ne siano altri da identificare. 

Ad oggi, la chirurgia è la terapia di scelta per la cura degli angiomi cavernosi. Grazie a tecniche di microneurochirurgia e neuro-navigazione oggigiorno si raggiunge qualunque regione del cervello in maniera sicura. Questo è possibile anche grazie a dettagliate ricostruzioni virtuali in 3D dell’area d’intervento e a particolari tecniche di monitoraggio neurofisiologico, a disposizione degli specialisti in sala operatoria.
Quando la chirurgia è troppo rischiosa, la Radiochirurgia con Gamma Knife è una possibilità a disposizione del neurochirurgo che sembra avere risultati interessanti; secondo studi recenti, grazie all’azione dei raggi gamma concentrati sull’angioma, il rischio di emorragia da rottura sembra ridursi.

 

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