Antidepressivi
Italiani e antidepressivi, un tema caldo, che si ripropone e su cui si ritorna periodicamente a volte con toni po’ troppo allarmistici.
I mezzi d’informazione non perdono l’occasione di interrogarsi:
“Quando questi farmaci devono essere utilizzati? Sono realmente efficaci?”.
E molto spesso sentenziano, magari con troppa facilità: “È boom di prescrizioni!”.
Abbiamo fatto qualche domanda allo specialista psichiatra.
Cosa dire dei consumi che sembrano essere raddoppiati negli ultimi 10 anni?
Io non ho avuto modo di verificare questi dati, comunque che questi farmaci si usino di più non è una novità e non deve allarmare. Gli antidepressivi, infatti, negli ultimi anni hanno avuto un progressivo allargamento delle indicazioni terapeutiche.
Cioè con questi farmaci non si cura più solo la depressione?
Sì, vengono utilizzati anche per altre patologie diverse dalla depressione maggiore. Ad esempio oggi a chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo o di un disturbo d’ansia è più facile che venga prescritto un antidepressivo, perché più efficace, piuttosto che un ansiolitico. A ciò si deve aggiungere un altro fattore non trascurabile.
Di cosa si tratta?
Di una maggiore attenzione per questa patologia da parte dei medici di medicina generale che ha spinto sempre più pazienti a cercare la giusta cura e ad essere trattati sempre più precocemente. Oggi le tecniche di diagnosi sono migliorate e si colgono sul nascere patologie sfumate che un tempo sfuggivano.
In sostanza nell’aumento delle prescrizioni si può leggere una cura più tempestiva ed efficace più che un abuso. Una chiave di lettura da non trascurare visto che continuamente si sottolinea come la depressione colpisca sempre più persone…
I risultati delle ricerche confermano in tutto il mondo un aumento della depressione, soprattutto nei Paesi sviluppati e nelle grandi città.
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