APNEE NOTTURNE

Sonnolenza, distrazione, difficoltà a concentrarsi e tempi di reazione che si allungano: sono oltre 800 gli automobilisti che ogni anno perdono la vita sulle strade italiane a causa di questi pericolosi “compagni di viaggio”.
Spesso queste cause sono indotte dalla Sindrome delle apnee nel sonno, caratterizzata da ricorrenti episodi di ostruzione delle vie respiratorie che compromettono il riposo notturno a scapito della capacità di attenzione durante la veglia.
Gli automobilisti che soffrono di questa sindrome corrono un rischio fino a 7 volte maggiore.
A “suonare la sveglia” è l’Aci e la Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi.In Italia le apnee nel sonno colpiscono il 4% degli uomini e il 2% delle donne, ma la percentuale sale fino al 20% tra gli autotrasportatori.
La sindrome influisce negativamente sui livelli di attenzione, ma soprattutto allunga i tempi di reazione: a 130 km/h, chi ne soffre percorre 22 metri in più rispetto agli altri prima di frenare o impostare una manovra correttiva. Nove metri in più se si viaggia a 40 km orari. Piccole distanze, che, però, fanno la differenza quando in gioco c’è la sicurezza stradale.
 

Facciamo il punto sulle apnee notturne con Lino Nobili, neurologo del Centro di Medicina del Sonno

 

E’ vero che è la forma più diffusa di disturbo respiratorio del sonno, in cosa consiste?
 

Sì, è vero. É un disturbo che presenta un’alta prevalenza nella popolazione generale ed è dalle 2 alle 3 volte più frequente nei maschi rispetto alle donne (prevalenza che oscilla dal 2% al 10% nei maschi oltre i 45 anni).
Chi ne è affetto presenta periodiche apnee durante il sonno conseguenti a ostruzioni delle vie aeree superiori.
Tali ostruzioni durano circa 10-20 secondi ma in alcuni soggetti raggiungono durate anche più elevate.

 

Quali sono i primi sintomi?


I primi sintomi sono un russamento intermittente con pause respiratorie durante il sonno e riprese del respiro anche molto rumorose. Talvolta possono presentarsi risvegli multipli dovuti proprio alla mancanza d'aria. Caratteristica è anche la sensazione di un sonno poco ristoratore al risveglio e nicturia (il soggetto si alza ripetutamente durante la notte per andare in bagno). In seguito compare la sonnolenza diurna che può divenire particolarmente severa.

 

Quali sono i fattori di rischio?


I fattori di rischio più importanti sono il sovrappeso (anche se sono numerosi i pazienti “magri” con tale disturbo), particolari conformazioni anatomiche del collo, della gola e malformazioni dello scheletro facciale (per esempio micrognatia, ovvero volume ridotto della mandibola, o retrognazia, posizione più arretrata della mandibola).

 

Chi ne soffre riesce ad accorgersi del sonno disturbato?


Spesso chi soffre del disturbo non si accorge di nulla, nemmeno di russare. Così i pazienti progressivamente iniziano a non sentirsi più in forma. Si sentono stanchi durante il giorno senza però avere la percezione di quello che succede di notte. Nella maggior parte dei casi sono i compagni di letto a segnalare le apnee. E se questo non avviene, il disturbo può andare avanti anche per anni prima di essere riconosciuto. 

 

Cosa fare in caso si sospetti di soffrire di apnee notturne?


É utile una valutazione medica per accertare la presenza dei sintomi e dei fattori di rischio. La patologia è multidisciplinare e quindi spesso si fanno valutazioni neurologiche, pneumologiche ed otorinolaringoiatriche.
La diagnosi comunque richiede l’esecuzione di un esame specifico, la polisonnografia che può essere eseguito anche a casa del paziente (i sensori vengono montati in ospedale per poi registrare l'andamento del sonno a domicilio). Solo in rari casi è necessario eseguire l’esame in ospedale.

 

Cura: che tipo di terapie sono disponibili?


Ci sono vari approcci, quello su cui puntare dipende dalla gravitàdella condizione e dalle caratteristiche del paziente. Può essere necessario, ma talora non sufficiente seguire una dieta per perdere peso. In alcuni casi un intervento chirurgico può essere indicato così come l'utilizzo di un bite costruito ad personam per aumentare lo spazio retrolinguale.
Il trattamento più efficace è sicuramente dato dall’uso della CPAP (Continuos Positive Air Pressure). Si tratta di una mascherina da indossare mentre si dorme. In questo modo il dispositivo soffia delicatamente aria nelle alte vie respiratorie in modo da mantenerle pervie durante il sonno e impedendo l’occorrenza delle apnee e del russamento.

 

Attenzione a..
 

La presenza di apnee ostruttive durante il sonno aumenta nettamente il rischio di ipertensione e di
malattie cardiovascolari come l’ictus. Il trattamento con CPAP riduce tale rischio, tuttavia affinché un trattamento sia efficace, è necessario che il paziente usi il dispositivo CPAP regolarmente, almeno 4-5 ore per notte.

 

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.

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