Artrite reumatoide: impariamo a riconoscerla

L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune ed è scatenata da una reazione anomala del sistema immunitario che attacca le cellule sane scambiandole per nemiche. Le conseguenze di questo processo sono il danno alle articolazioni (ma non solo) e l’infiammazione che, se non vengono curati, peggiorano sempre di più, fino a compromettere gravemente la vita di chi ne soffre, non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista psicologico. I dati infatti dicono che per oltre 4 pazienti su 10, la malattia rappresenta nel tempo uno stop agli hobby, ai viaggi, con un brusco impatto sulle attività quotidiane. In Italia ci sono 400.000 pazienti, donne in 8 casi su 10, con un picco soprattutto nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni. È fondamentale riconoscere l'artrite reumatoide in tempo per avviare subito le cure.

 

I segnali inconfondibili della malattia

L’artrite reumatoide è una patologia caratterizzata da dolore, gonfiore e rigidità articolare con interessamento prevalentemente simmetrico soprattutto delle piccole articolazioni di mani e piedi. Il coinvolgimento della colonna è molto raro e solo nelle fasi avanzate della malattia. Il dolore e la rigidità sono presenti soprattutto di notte e al risveglio, il quadro clinico migliora nel corso della giornata.

 

Un test “fai da te” per riconoscere l'artrite reumatoide

Non esiste un test diagnostico tuttavia qualche suggerimento può essere dato. L’artrite reumatoide colpisce inizialmente quasi sempre le mani. Se allora vi accorgete che la “presa” non è la solita, oppure avete dolori e vi sentite rigidi, provate a fare questo test e ripeterlo a distanza di 20 giorni. Uno: appoggiate le mani sul tavolo e osservate se le articolazioni sono gonfie. Due: svitate il tappo di un barattolo: non ce la fate, soprattutto al mattino appena scegli? Tre: stringete la mano a un familiare, come per salutarlo. Il dolore alle dita è così intenso da farvi mollare la presa?

 

Riconoscerla in tempi rapidi

L’artrite reumatoide non interessa solo le articolazioni. È una malattia sistemica che può coinvolgere molti organi, provocando anche un aumentato rischio di problemi cardiovascolari. Il quadro infiammatorio, che è causa della sintomatologia dolorosa articolare, ha un ruolo importante anche in alcune patologie cardiache, come l'infarto.  Per questo è fondamentale arrivare ad una diagnosi precoce ed iniziare subito le cure. Oggi ci sono farmaci che sono in grado di bloccare questo meccanismo pericoloso.


Gli esami necessari per l'artrite reumatoide

In caso di dubbio bisogna rivolgersi a un centro di reumatologia. Esami di laboratorio e strumentali sono utili ma molto spesso non sono diagnostici. Quindi affidarsi solo a questi risultati per sapere o meno se si è affetti da artrite reumatoide è un errore.

 

L’ecografia articolare

Gli studi hanno dimostrato che l’ecografia articolare è un esame importante sia nella fase diagnostica che per monitorare l’andamento della malattia. Gli apparecchi moderni sono ancora più precisi e riescono a vedere anche le più piccole zone di malattia che non si notano con la radiografia. L’ecografia è in grado di rilevare segni subclinici utili per valutare lo stato reale di attività.

 

Artrite reumatoide e gravidanza

Non si possono avere figli in caso di malattia?Questo fa parte dei luoghi comuni da sfatare. Invece, è possibile. Anzi, durante i nove mesi di attesa spesso l’artrite è ben controllata senza importanti segni di attività infiammatoria. Bisogna però programmare la gravidanza in base allo stato di malattia, che ovviamente deve essere in fase di remissione o bassa attività infiammatoria. La programmazione deve tenere conto anche delle terapie farmacologiche. È importante sapere che alcuni farmaci vanno sospesi almeno per 3-4 mesi prima di iniziare a cercare il concepimento.

 

Le cure per l'artrite reumatoide

I farmaci biologici sono sicuramente molto efficaci. Prima di ricorrere a queste terapie bisogna comunque utilizzare i farmaci di fondo tradizionali (DMARDs). Una significativa quota di pazienti risponde bene a queste terapie e non c'è quindi bisogno dei farmaci biologici. Il consiglio per i pazienti è di rivolgersi solo a centri reumatologici specializzati (si trovano sul sito di ANMAR - Associazione Italiana Malati Reumatici) e di non fare di testa propria con i farmaci, ma di parlarne con lo specialista, se qualcosa non convince. Ad oggi 6 malati su 10 saltano le dosi, oppure sospendono la cura perché si sentono meglio o perché hanno effetti collaterali. Ma così, è come spalancare la porta alla malattia, aggravandola.

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.

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