Attacco ischemico transitorio: una condizione che può anticipare l’ictus

 Attacco ischemico transitorio

In molti casi può fare da “apripista” a un ictus. Peccato che spesso questo campanello resti inascoltato, perché non si reputa preoccupante. L'attacco ischemico transitorio, o Tia, è una manifestazione neurologica che spesso non viene riconosciuta proprio perché, come dice il nome, si risolve nel giro di poco tempo, in genere 15-20 minuti, e che può durare fino a un massimo di 24 ore.


Il legame tra attacco ischemico transitorio (Tia) e l’ictus

Dopo un Tia, ci si sente bene come prima. “Ma un evento come questo aumenta la possibilità di avere un ictus entro un mese- spiega il Direttore della Neurologia e Stroke Unit-. In particolare, il rischio si innalza nella finestra temporale che va dai primi 3 ai 15 giorni seguenti. Non tutti gli ictus sono preceduti da un Tia. Ma un terzo di chi lo ha avuto sarà colpito da un ictus entro un anno. Per questo è importante riconoscerlo. Ma non è facile, proprio perché questo tipo di attacco non lascia tracce”.


Tia emisferico o oculare

Il Tia è dovuto a un coagulo di sangue che ostruisce temporaneamente un'arteria e blocca il flusso di sangue al cervello, ischemie transitorie. Si distingue tra Tia emisferico e Tia oculare, a seconda che le manifestazioni siano neurologiche oppure visive. Il primo é caratterizzato da paralisi e sensazione di formicolio o intorpidimento localizzato al viso, arti o mani, generalmente solo su un lato del corpo. Inoltre può comparire afasia, ossia difficoltà di parola o incapacità di capire quello che gli altri stanno dicendo. Ancora, nel Tia emisferico ci possono essere difficoltà a camminare, a restare in equilibrio o a compiere qualche passo in modo ordinato. Il Tia oculare comporta invece una diminuzione della vista (solitamente è interessato un solo occhio) con annebbiamento, visione sdoppiata o cecità quasi completa.


I segnali da non trascurare dell'ischemia transitoria

Ci sono alcuni indicatori specifici che fanno sospettare un'ischemia transitoria, Tia. “Se per esempio compaiono disturbi come intorpidimento al viso o agli arti, occorre provare a sorridere oppure a sollevale entrambe le braccia- spiega lo specialista-. In caso di Tia il sorriso sarà una smorfia e solo una delle braccia riuscirà a essere tesa davanti a sé. In presenza di vertigine, poi, non sarà possibile compiere alcun passo. In caso di afasia, è importante rivolgere alla persona qualche semplice domanda: se risponde, anche se in modo confuso, non c'è coinvolgimento neurologico, mentre se non è in grado di formulare una risposta o mostra di non capire quello che viene chiesto, probabilmente si tratta di Tia o di ictus”.


Che fare in caso di attacco ischemico transitorio?

Quando compaiono i sintomi iniziali dell'attacco ischemico transitorio, bisogna chiamare subito il numero dell'emergenza che provvede al trasferimento in ospedale, preferibilmente in reparti dedicati, le cosiddette stroke unit. Qui saranno eseguiti gli esami necessari e le terapie del caso. Tra le valutazioni importanti rientrano alcuni esami di laboratorio e alcune valutazioni di imaging come l'ecocolordoppler dei vasi sovraaortici per studiare le carotidi, le arterie che attraverso il collo portano il sangue al cervello. L’indagine è necessaria per escludere possibili restringimenti.

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