Chirurgia pancreatica con il robot single port, a Niguarda il primo caso a livello mondiale

Tecnica mininvasiva che consente di operare tramite una singola incisione di 3 cm. Più precisione e tempi di recuperi più veloci

La chirurgia robotica si allarga a nuovi ambiti di utilizzo con vantaggi sempre più promettenti. A Niguarda è stato effettuato il primo intervento a livello mondiale di chirurgia pancreatica con l’utilizzo di un sistema robotico di ultima generazione che permette di operare tramite una singola incisione di 3 cm (single port).

L’intervento è stato condotto per la resezione del corpo-coda del pancreas abbinato all’asportazione della milza per una malattia oncologica in un paziente di 85 anni. “L’intervento è andato a buon fine e dopo pochi giorni di degenza abbiamo potuto dimettere il paziente - spiega Giovanni Ferrari, direttore della Chirurgia Generale Oncologica e Mininvasiva-. È il primo esempio di utilizzo a livello mondiale del robot single port per la chirurgia pancreatica e speriamo che il caso sia d’impulso anche per lo sviluppo di altre procedure robot assistite nello stesso distretto anatomico, che rimane uno dei più delicati su cui intervenire”.

Fino ad ora la chirurgia robotica si è strutturata sfruttando diversi punti d’accesso da cui far passare le braccia chirurgiche del robot come il visore ottico e gli strumenti degli assistenti al tavolo chirurgico. Il nuovo sistema, invece, ha un braccio unico che porta tutti gli strumenti necessari nell’area di intervento. Si è passati quindi dalle 4-7 incisioni necessarie di norma, ad una singola incisione. Tutto questo ha un importante impatto sulla riduzione dello stress chirurgico anche rispetto al sistema robotico tradizionale. I tempi di recupero si riducono e il dolore post operatorio è di minor entità. In questo modo i pazienti possono essere dimessi più velocemente e tornare prima alle loro attività quotidiane. 

Alla mininvasività della procedura si abbinano anche una serie di vantaggi tipici della chirurgia robotica che nei sistemi di ultima generazione vanno perfezionandosi sempre di più. “Il robot, infatti, permette di intervenire con una maggiore precisione, potendo disporre di una visione dell’area di intervento ingrandita di 10 volte rispetto alla visione dell’occhio umano" indica Ferrari. A questo si aggiunge anche una visione tridimensionale che consente al chirurgo di muoversi agevolmente su più piani. Inoltre i movimenti e le rotazioni degli strumenti montati sul braccio assicurano una miglior definizione delle fasi chirurgiche con una maggiore preservazione delle strutture anatomiche e un minor rischio di sanguinamento. 

A Niguarda l’équipe guidata da Giovanni Ferrari ha eseguito dal 2022 ad oggi oltre 1.000 interventi con procedura robotica (multi port e single port). “Il 95% dei casi è rappresentato da pazienti oncologici. Crediamo molto nell’utilizzo di questo tipo di chirurgia che ci ha portato anche a formarci all’estero, in Paesi dove l’utilizzo dei robot è più diffuso. Di recente siamo stati in Giappone per addestraci al meglio come chirurghi nell’uso di queste nuove tecnologie”.
 

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