Endometriosi, come si cura?

Niguarda è sede di un centro per l'endometriosi a Milano, con competenze ad alta specializzazione per la diagnosi e cura di questa patologia. L'endometriosi è una malattia poco conosciuta ma più frequente di quel che si pensa: colpisce il 5-10% delle donne in età riproduttiva e può provocare disturbi invalidanti tra cui dolore e infertilità. Non è sempre facile da riconoscere e spesso la diagnosi dell'endometriosi è tardiva. Oggi, però, sono molti gli strumenti a disposizione per affrontarla. Come si cura l'endometriosi? Ce lo spiega il ginecologo


Cos'è l'endometriosi?

Vediamo il significato dell'endometriosi. Il nome deriva da l'endometrio, il tessuto che riveste la cavità dell'utero e che ogni mese va incontro a precise modificazioni seguendo il ciclo mestruale. Si parla di endometriosi quando questo tessuto si sviluppa anche in sedi anomale, al di fuori della cavità uterina. L'endometriosi può essere superficiale, quando interessa soltanto il peritoneo, ovvero il rivestimento della cavità addominale, ma può interessare anche le ovaie. Inoltre si parla di endometriosi profonda, quando interessa sedi come gli spazi tra la vagina e l'ultimo tratto dell'intestino (endometriosi intestinale), o la vescica (endometriosi vescicale) e gli ureteri.


I sintomi dell'endometriosi

L'endometrio presente in sedi anomale si comporta come quello che riveste la cavità uterina. Questo significa che ogni mese, sotto l'influsso degli ormoni del ciclo mestruale, si sfalda, provocando piccoli sanguinamenti. A differenza di quanto accade con il sangue delle mestruazioni, però, queste microperdite non possono uscire e tendono ad accumularsi, infiammando le aree circostanti e determinando in alcuni casi la formazione di noduli e diversi tipi di cisti endometriosica, ad esempio la formazione di una cisti ovarica. Inoltre, l'endometriosi può portare alla formazione di aderenze tra i vari organi contenuti nel bacino.


Cause dell'endometriosi e fattori di rischio?

Tra i fattori di rischio l'assenza di gravidanze. Questo succede perché, la gestazione, arrestando le mestruazioni, spegne i fattori che stimolano l'insorgenza o la progressione della malattia. Anche le donne, che hanno la loro prima mestruazione prima degli 11 anni o che hanno cicli mestruali ravvicinati o mestruazioni che durano, più di una settimana, possono essere a rischio. Alcuni studi hanno evidenziato altri fattori di rischio più deboli, per lo più legati allo stile di vita, come l'elevato consumo di alcol, una dieta molto ricca di grassi e povera di frutta e verdura, lo scarso esercizio fisico. Alcuni inquinanti ambientali, inoltre, come diossina, ftalati e PCB sono stati messi in relazione con l'endometriosi. Si evidenzia anche una predisposizione genetica, infatti, avere una madre, una sorella o una figlia affetta da endometriosi aumenta di circa sei volte il rischio di sviluppare la malattia. 


Qual è il rapporto tra endometriosi e gravidanza mancata?

In alcuni casi è diretto, perché la malattia può determinare la formazione di aderenze, ostruzioni e alterazioni anatomiche che impediscono fisicamente la fecondazione dell'ovulo o l'impianto dell'embrione. In altri casi l'associazione non è così chiara, nonostante l'endometrio abbia un ruolo cruciale per la gravidanza. Può darsi che siano coinvolti fattori immunitari o vascolari, che in qualche modo ostacolano la funzionalità ovarica o l'instaurarsi di una gravidanza. Nonostante ciò molte donne con endometriosi anche severa riescono comunque a concepire spontaneamente. In genere si consiglia di non posticipare troppo la gravidanza perché la malattia può peggiorare nel tempo.


Diagnosi dell'endometriosi

Si fa innanzitutto su base clinica, cioè partendo dai sintomi che la donna riferisce. Durante la visita ginecologica il medico chiederà in particolare se il ciclo mestruale è irregolare, se i rapporti sessuali sono dolorosi, se si stanno cercando una gravidanza senza successo. Il secondo passo è la visita ginecologica, che può dare indicazioni su un'eventuale endometriosi con localizzazione a livello vaginale, retto-vaginale o dei legamenti dell'utero. L'ecografia transvaginale permette invece di individuare con chiarezza un'entuale cisti ovarica endometriosica. In mani esperte l'ecografia permette di mappare eventuali localizzazioni profonde prima della chirurgia. In genere per una diagnosi iniziale basta andare dal proprio ginecologo, ma per approfondire meglio o in caso di sospetta endometriosi profonda è opportuno rivolgersi a centri di riferimento, dove i vari specialisti in team (ginecologo, chirurgo generale, radiologo e urologo) scelgono l'approccio migliore a seconda delle sedi coinvolte. 


Le terapie, quando la laparoscopia per l'endometriosi?

In genere il primo step è una terapia farmacologica, per esempio la pillola anticoncezionale che agendo direttamente sugli impianti endometriosici migliora la sintomatologia dolorosa. Più di recente sono stati introdotti nuovi progestinici, studiati appositamente per questa patologia. Se le terapie ormonali non sono più sufficienti o se i sintomi iniziali sono molto severi o vengono subito individuati cisti e noduli importanti, può essere indicata una strategia chirurgica. L'intervento avviene in laparoscopia e permette di rimuovere i tessuti anomali. L'intervento può diventare più complesso se sono coinvolte le sedi profonde. Bisogna fare attenzione anche nel caso di localizzazioni ovariche, oggi si tende a intervenire con molta cautela. Questo perché c'è sempre il rischio che si danneggi anche qualche follicolo. Se questo avviene, si rischia di ridurre la riserva ovarica in donne giovani.

 

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