ENURESI, come affrontare il problema della pipì a letto

L’enuresi è un problema piuttosto comune e non preoccupante nei bambini che hanno un’età inferiore ai 6 anni, ma quando si oltrepassa questo limite la condizione va indagata dallo specialista. 

Cause

Prima dei 6 anni di età l’enuresi non è da considerarsi un problema, perché entro questo termine l’innervazione vescicale può ancora non aver raggiunto la completa maturazione. Sono due le principali cause dell’enuresi: un’aumentata produzione dell’urina o un’inadeguatezza del serbatoio che la contiene, la vescica.

 

Esami

Il primo esame che lo specialista richiede in questi casi è il diario minzionale. In pratica i genitori devono seguire il bambino per alcuni giorni annotando quante volte va in bagno e misurando, con degli appositi contenitori tarati, la quantità di urina prodotta. E’ un passo preliminare per farsi un’idea su eventuali anomalie. Altrettanto fondamentale è la visita specialistica, necessaria per escludere malformazioni o patologie della colonna vertebrale che possono causare il problema. A disposizione del medico ci sono anche gli esami strumentali, che possono essere utilizzati a seconda del caso. Tra questi: l’ecografia dell’apparato urinario, l’uroflussometria e, in casi selezionatissimi, la cistomanometria.

 

Terapia farmacologica

Nei casi di aumentata produzione di pipì durante la notte, si somministra un farmaco che va a ridurne la quantità. Il più impiegato è la desmopressina, ma si possono anche utilizzare degli ormoni sintetici che regolano il ciclo dell’urina (ADH).
Se invece il problema è vescicale, questo viene trattato con dei miorilassanti. In questa categoria rientra l’ossibutirrina, che agisce sul muscolo che “spreme” la vescica, limitandone la contrazione. Tutte queste terapie accompagnano il bambino per un periodo che va dai 6 mesi all’anno e sono studiate per ridurre via via la somministrazione dei farmaci, per arrivare, infine, all’interruzione. Nella maggior parte dei casi questi trattamenti sono risolutivi.

 

Per i genitori

Su tutte la raccomandazione di non sgridare mai il bambino: potrebbe avere effetti deleteri sulla sua autostima. Inoltre c’è da ricordare quello che sembra banale, ma non lo è: è bene portare il bambino in bagno prima di andare a letto, assicurandosi che non faccia la pipì di fretta, non svuotando del tutto la vescica. Un altro consiglio è quello di evitare cibi particolarmente salati la sera, che possono portare il bambino a bere una quantità eccesiva di liquidi prima di addormentarsi.
Ci sono mamme e papà che si svegliano di notte per portare il piccolo in bagno. Questo comportamento non è indicato perché, oltre ad interrompere il sonno sia del bambino sia dei familiari stessi, non è risolutivo del problema: infatti, nelle notti in cui non si adotta questa precauzione, il bambino continuerà a bagnare il letto. Da segnalare la possibilità di utilizzare degli allarmi che grazie ad un sensore per l’umidità nella mutandina svegliano il bambino, suonando o vibrando non appena rilevano le prime gocce di urina. L’opportunità d’impiego va discussa con lo specialista. 

 

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.

VEDI ANCHE

STRUTTURE SANITARIE
Pediatria