Epatite A: le regole della prevenzione

L’epatite A è una malattia infettiva acuta del fegato causata da un virus. Tra i sintomi dell'epatite A più frequenti: nausea, vomito, diarrea, ittero (occhi e cute assumono un colorito giallastro), urine scure, feci chiare, febbre e dolore addominale. Più raramente può invece verificarsi un'insufficienza epatica acuta, evento più comune negli anziani. 

 

Epatite A e frutti di mare

Il contagio può avvenire tramite il consumo di acqua e cibi contaminati dal virus, come ad esempio molluschi crudi o poco cotti.

 

Epatite A e frutti di bosco

Alla stessa stregua anche i frutti di bosco surgelati provenienti dai paesi dell’Est: negli ultimi anni in Italia sono stati un serbatoio di contagio. La raccomandazione è quella di consumarli solo se cotti, facendoli bollire a 100 C° per almeno 2 minuti.

 

Come si trasmette l'epatite A

Il contagio per via sessuale rimane comunque la modalità di trasmissione che negli ultimi anni è divenuta predominante. Tra i soggetti potenzialmente più esposti al rischio i maschi che praticano sesso tra maschi. Esiste, però, un vaccino contro l’epatite A con una buona efficacia: una somministrazione immediata è consigliata alle persone a stretto contatto con i casi affetti (compreso i familiari conviventi) e più in generale a tutti i soggetti più esposti, rientrano in questa categoria anche i tossicodipendenti per l'uso di aghi infetti.

 

Il vaccino per l'epatite A

Il vaccino richiede 2 somministrazioni a 6 mesi di distanza l’una dall’altra. La vaccinazione si è dimostrata efficace anche nella maggioranza delle persone portatrici dell’infezione da HIV ed è raccomandata in particolare nelle persone affette da epatopatia cronica (per la maggiore probabilità di sviluppare forme gravi), nelle persone con problemi di coagulazione tali da richiedere una terapia a lungo termine con derivati di natura ematica e nelle persone che fanno uso di droga per via endovenosa.

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