FOLATI IN GRAVIDANZA: Nati sotto i cavoli? Bambini più sani

Ogni anno sono circa 200 i bambini in Italia che nascono affetti da spina bifida, una condizione patologica dovuta alla mancata chiusura del tubo neurale con conseguenti malformazioni congenite al sistema nervoso centrale e periferico.
Non è una malattia molto frequente  e può essere prevenuta con una maggiore attenzione alla dieta che, in gravidanza, deve essere ricca di folati (acido folico).
Si tratta di una vitamina idrosolubile del gruppo B molto importante per lo sviluppo delle cellule ma anche molto delicata: il suo contenuto nei cibi, verdure a foglia larga e verde come il cavolo, legumi, arance, latte, è facilmente alterato dalla cottura e dalla lunga conservazione comportando un’assunzione insufficiente nella dieta della donna.
Sulla base di prove di efficacia ottenute in tutto il mondo sappiamo che la regolare supplementazione di acido folico iniziata prima del concepimento riduce il rischio di difetti del tubo neurale del 50-70% e, in aggiunta, potrebbe anche ridurre il rischio di altri difetti congeniti nel loro insieme come le cardiopatie congenite o malformazioni del volto. 

Il solo apporto alimentare o la sola dieta ricca di verdure, però, non può bastare: una buona prevenzione può essere pertanto attuata con la somministrazione aggiuntiva di integratori di acido folico.
Per proteggere il feto, dunque, basta una compressa al giorno da 0.4 mg di acido folico a cominciare da un mese prima del concepimento e continuando per tutto il primo trimestre di gravidanza.

Qualunque donna in gravidanza è potenzialmente a rischio e lo è particolarmente se fuma o se si sottopone a diete. Il rischio di spina bifida è alto anche in donne affette da diabete, epilessia, celiachia, iperomocisteinemia o che hanno famigliarità per questa malformazione.

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