Glioblastoma

Il glioblastoma è un tumore abbastanza raro che colpisce il cervello di pazienti dai 25 anni in su, con una maggiore probabilità d’esordio intorno ai 50 anni.

 

I SINTOMI

I pazienti colpiti da glioblastoma possono presentare sintomi molto variabili tra loro, dal mal di testa con nausea e vomito alla crisi epilettica improvvisa, fino a sintomi neurologici focali come quelli che caratterizzano gli ictus (come perdita del linguaggio e paralisi, che però a differenza dell’ischemia si instaurano gradualmente).
Anche perdite di memoria o cambiamenti della personalità possono essere un campanello d’allarme.

 

LE TERAPIE

La strada dei trattamenti si avvale della terapia combinata. Chirurgia, laddove possibile, radioterapia, e chemioterapia sono i cardini di un approccio multidisciplinare, che oltre al neurologo coinvolge il neurochirurgo, il radioterapista e l’oncologo, ma anche il neuroradiologo e l’anatomiapatologica nelle fasi diagnostiche.

Se praticabile, la chirurgia rimane una delle prime opzioni da valutare anche se purtroppo è difficile asportare del tutto le cellule maligne.
La radioterapia viene utilizzata in tutti casi. Viene condotta per circa un mese e mezzo e prevede un dosaggio piuttosto aggressivo.
Può capitare che il trattamento produca quello che viene chiamato una pseudo-progressione della malattia: nella risonanza magnetica la lesione appare ingrandita, ma la maggior diffusione non è dovuta a un peggioramento della malattia, ma ad un effetto delle cure. Oggi grazie alle tecniche diagnostiche sempre più avanzante è possibile individuare queste forme, in cui il trattamento deve proseguire e non essere sospeso così come si faceva in passato.

Tra i farmaci più utilizzati negli ultimi anni c’è da segnalare la temozolomide. L’efficacia di questo chemio-terapico è legata alla presenza di un particolare gene e ad uno stato di attivazione/ disattivazione, chiamata metilazione. Il gene Mgmt è responsabile della produzione di una proteina in grado di riparare i danni che radio e chemioterapia provocano nel tumore. La metilazione è un meccanismo biologico di spegnimento del gene, che quindi non produce più la proteina riparatrice. I pazienti con metilazione di Mgmt sono quindi quelli più sensibili ai trattamenti.

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