Il Decalogo per tutti i cuori appassionati del verde

Uno dei problemi principali di chi soffre di una malattia di cuore, in particolare di scompenso cardiaco, è la difficoltà a svolgere attività che comportino sforzo fisico
Camminare (specie in salita), sollevare e trasportare pesi, salire le scale, piegarsi e rialzarsi, risultano faticosi e possono causare affanno, stanchezza, capogiri, accelerazione del battito cardiaco... Diversi gradi di limitazione possono portare a interrompere il proprio lavoro, necessitare di un aiuto per le faccende di casa e rinunciare alle proprie passioni nel tempo libero, se queste implicano uno sforzo fisico.
E chi ha la passione di coltivare le piante, in giardino, nell’orto o in terrazzo? Come può fare? Certo non potremo faticare sotto il sole per ore, ma con un po’ di buon senso e qualche “trucco”, potremo lo stesso dedicarci al mondo verde, che non potrà che far bene al nostro spirito e al nostro cuore!

 

Ecco quindi, da oggi all'8 maggio, un consiglio al giorno per tutti i cuori amanti del verde:


1- Teniamoci in allenamento

la medicina contemporanea insegna che il movimento fa bene a tutte le età e in qualunque condizione... Anche i malati di scompenso cardiaco, con qualche eccezione, sono incoraggiati a svolgere attività fisica leggera e regolare. Chiedete consiglio al vostro cardiologo riguardo al livello e al tipo di attività utile per voi. Una buona “forma” (che significa, per ciascuno di noi, la miglior forma possibile per noi stessi, non quella del nostro vicino palestrato...) aiuta il nostro corpo, la nostra autostima, e anche, pensate, la nostra mente... infatti chi svolge attività fisica con regolarità é meno soggetto al decadimento cognitivo che si associa all’invecchiamento. Altro che “tutto muscoli e niente cervello!” 
(più info: http://www.heartfailurematters.org/…/Living-with-…/Lifestyle)
e su http://www.iltuocuore.com)

 

2- La terra

se abbiamo la fortuna di avere un giardino, sappiamo che non è facile modificare le caratteristiche del terreno. A parte la cura del prato (e qui tutti vorremmo essere inglesi...), intorno agli alberi, agli arbusti, in generale dove ci sono diverse piante perenni, si forma un ammasso duro di terra e radici. Lo stesso succede nei vasi, specie in quelli grandi con molte piante. Se dobbiamo fare lavori "in grande", meglio rivolgersi a professionisti, magari chiedendo due o tre preventivi (consoliamoci pensando che questo vale per tutti, anche per quelli "in salute", specie se teniamo anche alla salute delle nostre piante!).
Ma qualcosa possiamo fare anche noi (anche qui, come per la nostra salute, cominciando dalla prevenzione....). Scegliamo terricci di buona qualità, meglio se alleggeriti (il che, nel caso, farà bene anche al pavimento e alla recinzione del nostro balcone o terrazzo!). Esistono anche substrati in fibra, molto leggeri, che si gonfiano con l'acqua al momento dell'uso. Possono essere pratici ma abbastanza "poveri", con necessità di concimazioni più frequenti.
Comperiamo più sacchi di piccole dimensioni piuttosto che grandi confezioni pesanti: spenderemo un po' di più, ma ne guadagneremo in benessere. E, dal momento che non raramente nei garden center i sacchi di terra non sono del tutto protetti dalle intemperie, evitiamo di comprarli dopo un acquazzone! Lo stesso vale per l’acquisto di piante in vaso: se la terra è (quasi) asciutta pesa molto, molto meno. Per lo stesso motivo, portiamo il terriccio asciutto sul luogo di impianto e bagniamolo sul posto.
Ricordiamo poi che la ruota resta una delle invenzioni più geniali dell’umanità, e utilizziamo un carrellino o una carriola (ne esistono di pieghevoli che sicuramente entrano tra il muro e l’armadio delle scope) anche per piccole distanze. Se facciamo giardinaggio in vaso, mettiamo sul fondo dell’argilla espansa (serve al drenaggio e ad alleggerire il vaso).
Se siamo dei tipi precisi e vogliamo limitare il dilavamento del terriccio, nonché facilitare l’eventuale sostituzione della pianta in futuro, possiamo mettere sul fondo del vaso un pezzo di tessuto-non tessuto antiradice.
Poi, per mantenere le caratteristiche del terreno nel tempo con fatica limitata, utilizziamo compost di buona qualità, concimi a lenta cessione (in granuli, bastoncini, compresse….).
Proteggiamo la superficie dei vasi grandi con la corteccia di pino (leggerissima….) o altro materiale, così eviteremo le infestazioni che, sempre ammesso di riuscire a sradicarle senza troppa fatica, si tirano dietro sempre un po’ di terra….

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 3- I vasi

i vasi di terracotta, pietra o ghisa sono belli, invecchiando diventano bellissimi, ma, salvo i più piccoli, sono molto pesanti. Un po’ più leggeri sono i vasi in ferro, acciaio, o corten, ma sono piuttosto costosi. Inoltre il metallo non verniciato si surriscalda se esposto al sole. Rivolgiamoci dunque ai vasi di plastica, leggeri, maneggevoli, isolanti e(quasi) indistruttibili. Ce n’è per tutti i gusti, di tutte le forme, dimensioni, colori, e prezzi. Se li sceglieremo seguendo un progetto, senza considerarli un ripiego, potremo soddisfare il nostro senso estetico e le necessità delle piante, senza affaticare il cuore. Sono in commercio anche contenitori ultraleggeri di tessuto impermeabile (alcuni da appendere al muro), utilizzabili per piante da orto o piante fiorite di piccole dimensioni.
(più info: http://www.heartfailurematters.org/…/Living-with-…/Lifestyle)
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4 - L’acqua

Impossibile pensare a un giardino senz’acqua. Perfino le piante grasse, specie se in vaso, devono essere bagnate di tanto in tanto.
Come evitare di stancarsi andando avanti e indietro con l’annaffiatoio pieno? In un grande terrazzo o in un giardino, meglio installare un impianto di irrigazione. Probabilmente avremo bisogno d’aiuto per la struttura di base dell’impianto, mentre potremo poi regolare, aggiungere o togliere i singoli irrigatori, secondo necessità. Diversamente, possiamo aiutarci con un tubo corredato da una lancia o pistola a getti multipli, da allacciare a una presa d’acqua esterna, se c’é, ma anche -con un attacco “volante”- al rubinetto interno più vicino. I tubi che si allungano sotto la pressione dell’acqua o un avvolgitubo ci aiuteranno a tenere in ordine il nostro spazio verde con meno fatica. I vasi di plastica (vedi punto 3) limitano l’evaporazione rispetto ai vasi di terracotta.
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5- Largo ai giovani

le piante giovani sono più piccole, meno costose, meno pesanti da trasportare, e meno faticose da impiantare. Alcune piante piccole possono ambientarsi facilmente anche se il nostro lavoro non é stato perfetto, altre faticheranno a farsi strada in mezzo a quelle più grandi e già stabilizzate.
Le piante a rapida crescita, anche se inizialmente piccole, ci daranno presto l’effetto voluto. Se invece la crescita é lenta dovremo aspettare per veder realizzato il nostro progetto, ma questo non é necessariamente un male 
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6- Alla nostra altezza

stare curvi magari sotto il sole, piegarsi e rialzarsi, allungarsi per legare i rampicanti, potare i rami o cogliere la frutta, non é l’ideale per chi ha lo scompenso cardiaco. Per lavorare comodi serviranno un piano di lavoro alto circa 70-90 cm per la manutenzione delle piante piccole, una sedia, uno sgabello basso (magari pieghevoleo con ruote bloccabili) da portare in giro per il giardino o il terrazzo e, se dobbiamo lavorare raso terra, un cuscino imbottito per inginocchiarci.
Un utile accorgimento é portare la terra alla giusta altezza: potremo utilizzare le strutture a scomparti di legno impregnato in vendita presso i garden più forniti, spesso destinate alle piante da orto o alle aromatiche; oppure
contenitori di tessuto (vedi punto 3) da appoggiare su superfici resistenti all’acqua.
Per gli arbusti o i piccoli alberi, scegliamo vasi alti 60-90 cm e più (quelli alti e stretti, ora di moda, possono essere impiegati anche come portavasi, avendo all’interno un contenitore di altezza ridotta). Limitiamo a un’altezza che possiamo raggiungere senza bisogno della scala la crescita dei rampicanti che devono essere legati a un sostegno; per potare, o per cogliere la frutta, utilizziamo attrezzi appositi con il manico estensibile, verificando che non siano pesanti opoco maneggevoli.
Oppure scegliamo rampicanti che si aggrappano da soli intorno al supporto o sui muri, arbusti di dimensioni contenute o resistenti alle potature, alberi a lenta crescita o in miniatura... Ricordiamo che tenere le piante tra 60 e 200 cm vuol dire averle all’altezza non solo delle mani ma anche degli occhi (e, da non trascurare, del naso...). 
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7- Diamoci tempo

avere un progetto a media-lunga scadenza, che richiede di essere seguito nel tempo, ha un grande valore di motivazione per le persone malate e per quelle che invecchiano. In concreto: cerchiamo di ripartire il lavoro senza affaticarsi troppo in un solo giorno, specie quando fa moltocaldo o durante i picchi di inquinamento; curiamo il progetto prima di cominciare, e verifichiamo passo passo la sua realizzazione. In questo modo sarà più facile correggere i nostri errori, o adattare il progetto al comportamento delle piante e alle nuove idee.
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8- La sicurezza, sempre

numerosi incidenti domestici sono dovuti alle nostre imprudenze. I malati di cuore sono più fragili in caso di eventi accidentali come traumi e intossicazioni anche lievi.
In primo luogo, identifichiamo chiaramente e custodiamo in un luogo inaccessibile ai bambini e agli animali le sostanze e gli oggetti pericolosi: insetticidi e concimi, ma anche forbici, seghe, impregnanti, zampironi, fiammiferi...
Se vogliamo coltivare piante velenose, vedi note a proposito della digitale. Attenzione a non scivolare sulle pavimentazioni (o sulle foglie) bagnate. Le piante alte in vasi leggeri nelle giornate ventose possono rovesciarsi: fissarle al muro, alla recinzione, o ad altra struttura con una corda robusta proteggerà la pianta, noi e i nostri ospiti. Se non possiamo fare a meno di un rialzo, scegliamo una scaletta di due-tre gradini, stabile e con la pedata ampia, usiamola quando non siamo soli, e ricordiamoci di indossare calzature chiuse con la suola rugosa. Se lavoriamo in terrazzo o sul balcone, accertiamoci che la recinzione sia solida, ed evitiamo di sporgerci o di usare la scalain assenza di protezioni.
Insomma, anche qui dobbiamo prenderci la nostra parte di responsabilità per la nostra salute e la nostra sicurezza, e prevenire è meglio che curare.
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9- Il giardino virtuale

immaginare e progettare uno spazio verde (anche solo una composizione in cassetta per un davanzale) é piacevole, utile, e rilassante. Visitare vivai e giardini pubblici o privati é un’occasione per imparare e per camminare con poca fatica.
Se questo ci risulta comunque difficile, ci sono libri, riviste, siti web commerciali e non, che possiamo consultare per progettare il nostro spazio e anche per ordinare piante, materiali e attrezzi che ci verranno consegnati a domicilio.
Attenzione: “a domicilio” di solito significa al numero civico, non al terzo piano o nella serra in fondo al giardino, e potremmo dover fare un po’ di fatica per portare tutto quanto alla destinazione effettiva. Accertiamoci che le piante “respirino”, che il terriccio sia umido, e rimandiamo il resto del lavoro al giorno dopo. Non facciamoci prendere dalla fretta di vedere tutto finito in tempi brevi: prima di tutto sarebbe difficile riuscirci, e riuscendoci ci priveremmo del piacere di coltivare, oltre alle piante, nuovi progetti e nuovi sogni. 

 

10- Troviamo degli amici

organizzandosi bene, tenendo conto del clima, dell’esposizione solare, e dei propri limiti, si potrà fare da sé la maggior parte dei lavori, con molta soddisfazione.
Ci saranno però situazioni particolari o impreviste nelle quali sarà necessario un aiuto. A parte l’ovvia possibilità di ricorrere a un professionista del settore, non escludiamo l’opportunità di trovare la collaborazione di un familiare, di un amico/a, o vicino/a di casa.
Se abbiamo la fortuna di possedere uno spazio verde, é possibile che qualcuno vicino a noi, che non ne ha uno a disposizione, sia contento di poterci aiutare, specie se oltre che il lavoro materiale sapremo condividere le idee, il tempo, magari qualche nostro prodotto(semi, piantine, talee, fiori, frutta, insalata...) e, perché no, una tazza di té (o un po’ - ma poco...- di buon vino).

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