LA SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO

Essere nel proprio letto e provare una smania irrefrenabile di muovere le gambe perché solo così si attenuano le sensazioni fastidiose: è la sindrome delle gambe senza riposo, ne abbiamo parlato con Lino Nobili, specialista del Centro di Medicina del Sonno.
 

 

Di cosa si tratta?

La sindrome delle gambe senza riposo, chiamata anche R.L.S. (dall'inglese Restless Legs Syndrome), è un disturbo neurologico caratterizzato da una voglia incontenibile di muovere le gambe, associata spesso ad una sensazione di fastidio, dolore o formicolio agli arti inferiori. Generalmente i sintomi peggiorano a riposo e aumentano nelle ore serali.

 

 

Spesso è causa di insonnia…

La sensazione di fastidio, sperimentata da chi ne soffre, migliora muovendo le gambe. Questo eccesso di movimento, compiuto per cercare sollievo, quando ci si prepara per andare a dormire e si entra nel letto, crea difficoltà nell’addormentamento e provoca l’insonnia.

 

 

Le cause non si conoscono, ma c’è una certa familiarità…

Sì e questo fa ipotizzare un fattore genetico che però non è ancora stato identificato. Rispetto alla popolazione generale, in ogni caso, le più colpite sembrano essere le donne in età fertile. In particolare la gravidanza è un fattore di rischio. Infatti, un elevato numero di donne gravide va incontro ai sintomi più o meno severi di questo disturbo e si ipotizza che questo sia dovuto alla squilibrio ormonale o alla carenza di ferro, tipici della gravidanza. Il disturbo può inoltre associarsi a quadri di insufficienza renale e ad altre patologie come la sclerosi multipla.

 

La diagnosi?

Richiede una valutazione clinica della storia del paziente, spesso volta ad indagare anche eventuali familiarità. L’esame strumentale, la polisonnografia, è indicato solo nei casi in cui non si abbia certezza della diagnosi e serve anche per accertare altri disturbi correlati che si manifestano durante il sonno. In alcuni casi può essere utile un’elettromiografia per escludere delle neuropatie periferiche.

 

 

 

Il trattamento?

Per prima cosa il paziente deve attenersi ad un’adeguata igiene del sonno per favorire i ritmi fisiologici, così da facilitare l’addormentamento. Anzitutto è necessario evitare il consumo di alcol, caffeina, nicotina e cibi sostanziosi consumati prima di andare a letto. Inoltre è bene programmare il sonno ad orari regolari. Anche l’attività fisica è un elemento che favorisce il miglioramento della sintomatologia, pertanto, è fortemente consigliata, purché non avvenga nelle ore serali.

 

 

 

Ci sono dei farmaci contro questo disturbo?

Si possono prescrivere dei farmaci dopaminergici, sono gli stessi utilizzati nella terapia del Parkinson, solo che per questo disturbo vengono somministrati  a basse dosi. Si può avere un miglioramento anche grazie ad alcuni farmaci per l’epilessia. Bisogna invece evitare un “cortocircuito terapeutico” molto insidioso: il disturbo infatti può favorire uno stato di depressione, ma l’assunzione di farmaci antidepressivi può accentuare i sintomi alle gambe. Lo specialista deve essere bravo a leggere il quadro per evitare questo errore. L’integrazione col ferro è indicata nel caso in cui il disturbo si correli all’anemia.

 

 

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