Mieloma multiplo: più possibilità di cura

Il mieloma multiplo è un tumore che origina nel midollo osseo, dove una cellula, un globulo bianco chiamato linfocita B, subisce un’alterazione genetica e acquisisce caratteristiche tumorali che verranno trasmesse a tutte le cellule che ne discenderanno, denominate plasmacellule. Tutt’oggi rimane una patologia non guaribile, ma curabile, negli ultimi trent’anni la ricerca, infatti, ha messo a disposizione terapie sempre più efficaci.


I sintomi

La malattia può essere asintomatica anche per lunghi periodi e questo può renderne più difficile la scoperta. In circa il 35% dei casi, il dolore osseo è la prima manifestazione a cui si associa una frequenza aumentata di fratture patologiche, in modo particolare a livello della colonna vertebrale. Altri sintomi della malattia in fase attiva possono essere anche l’astenia e la debolezza, causate da una scarsa produzione di globuli rossi nel midollo osseo, oppure ecchimosi e sanguinamenti, dovuti alla minore produzione di piastrine nel midollo colpito dal tumore (trombocitopenia). Altre manifestazioni possono essere insufficienza renale, neuropatie e ipercalcemia (cioè elevati  livelli di calcio nel sangue) per la distruzione delle cellule ossee. Possono presentarsi anche infezioni recidivanti.


Diagnosi

Il sospetto di un quadro compatibile con il mieloma multiplo può emergere dal riscontro di livelli elevati di immunoglobuline nel sangue attraverso un esame di laboratorio, chiamato elettroforesi delle proteine sieriche
Per una diagnosi completa del mieloma multiplo e per monitorare il suo decorso sono importanti anche altri test. Tra questi ci sono specifici esami del sangue (dosaggio di paraproteina, emoglobina, piastrine, globuli bianchi, albumina, calcio, acido urico, emocromo), l’esame delle urine e la diagnostica radiologica, come la radiografia dello scheletro in toto o la tac totale dello scheletro e in casi particolari la risonanza magnetica della colonna e, se richiesta, la PET.
La biopsia del midollo osseo è un esame fondamentale per diagnosticare la malattia e consiste nel prelievo di sangue midollare e di un campione di osso tramite aghi particolari- spiega l’ematologa. La procedura serve per stabilire la percentuale di plasmacellule presenti nel midollo osseo e per identificare il tumore”.


Chemioterapia, trapianto di midollo e nuovi farmaci

Non tutti i pazienti necessitano di trattamento. Per i pazienti asintomatici, non è indicata alcuna terapia, ma solo un accurato monitoraggio nel tempo. Quando è necessario intervenire si sceglie tra diverse opzioni e si imposta il miglior percorso in base all’età e alle caratteristiche del caso. “Di solito per i pazienti più giovani (al di sotto dei 65 anni) la terapia di prima scelta prevede una chemioterapia ad alte dosi seguita dal trapianto autologo di cellule staminali - indica l'ematologa -. In pazienti sotto i 55 anni - e in casi particolari di pazienti  giovani-  con un familiare donatore può essere valutata l’opportunità di un trapianto di midollo allogenico. Per i pazienti più anziani (sopra i 65 anni) si predilige, invece, una chemioterapia meno aggressiva, combinata con i nuovi farmaci, come la talidomide - o i suoi derivati- e gli inibitori del proteasoma”.
Nuovi farmaci stanno emergendo per la cura dei pazienti con mieloma  multiplo. Tra questi ci sono gli inibitori del proteasoma di II generazione (carfilzomib e ixazomib), gli immunomodulatori di terza generazione (pomalidomide) e i nuovissimi farmaci a bersaglio molecolare come gli anticorpi monoclinali (daratumumab e elotuzumab). 


I numeri

I due terzi dei casi di malattia insorgono dopo i 65 anni di età. In Italia le stime, parlano di poco più di 2.200 nuovi casi di mieloma ogni anno tra le donne e circa 2.300 tra gli uomini. Il rischio di ammalarsi di questo tumore nel corso della vita va dal 3,6% delle donne (una donna su 275) al 5,2% degli uomini (un uomo su 191).

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