Morbo di Crohn

Il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica che può interessare tutto il canale alimentare, dalla bocca all’ano, ma che si localizza più frequentemente nell’ultima parte dell’intestino tenue e nel colon

I tratti colpiti si presentano infiammati, ulcerati con perdita di tessuto e tipicamente le lesioni interessano la parete intestinale in tutto il suo spessore. La causa di queste alterazioni è riconducibile ad un'inappropriata e continua aggressione del sistema immunitario contro le cellule dell'intestino in soggetti geneticamente predisposti.

L’incidenza del morbo di Crohn è in incremento nel mondo occidentale ed in Italia attualmente si osservano circa 10 nuovi casi ogni 100.000 individui. La malattia colpisce prevalentemente gli adolescenti e i giovani adulti (15-35 anni) ed ha una preferenza per il sesso femminile.

 

Causa

La causa di queste alterazioni è riconducibile ad un’inappropriata e continua aggressione del sistema immunitario contro le cellule dell’intestino in soggetti geneticamente predisposti.

 

Sintomi

I sintomi all’esordio sono in genere aspecifici: dolore addominale associato ad irregolarità dell’alvo, alternanza di stipsi e diarrea talora accompagnato da febbre. In circa un terzo dei casi possono essere presenti manifestazioni extraintestinali per interessamento dell’occhio (uveite ed episclerite), delle articolazioni (artrite), della cute (eritema nodoso) e del fegato (alterazioni degli indici di colestasi).

 

Diagnosi

La diagnosi può non essere facile a causa dei sintomi spesso poco specifici. Per questo gli esami strumentalia disposizione giocano un ruolo importante. È fondamentale l’esame endoscopico, in particolare la colonscopia estesa all’ultima ansa ileale, che consente di studiare tutto il grosso intestino (colon) e l’ultimo tratto dell’ileo, che frequentemente è coinvolto nella malattia.
Spesso è indicata la risonanza magnetica nucleare che permette di esaminare a fondo tutto il piccolo intestino e l’ecografia delle anse intestinali che è in grado di orientare la diagnosi.

 

Terapia

Nella fase acuta è certamente utile il cortisone utilizzato anche a dosi elevate e protratto per diverse settimane. Per limitare gli effetti collaterali di una terapia cortisonica prolungata, come il diabete, l’ipertensione, l’obesità e l’osteoporosi, è opportuno associare altri farmaci immunosoppressori quali l’azatioprina o la 6-mercaptopurina che consentono nella maggior parte dei casi di sospendere il cortisone e di mantenere la malattia in una situazione di remissione clinica.
Si può ricorre alla chirurgia in casi molti gravi, quando la malattia evolve verso complicanze di tipo stenotico, ovvero ostruzioni intestinali di tipo fibrotico, o di tipo fistoloso, laddove si venga a creare una comunicazione diretta dell’intestino con altri visceri o direttamente con la cute.
Da ricordare, infine, che una delle più importanti prescrizioni è smettere di fumare.

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