Pacemaker e cellulare: rischio interferenze?

Lo conosciamo tutti. Il pacemaker cardiaco è un minuscolo congegno - grande come una scatola di fiammiferi o addirittura delle dimensioni di una pila (quelli di nuova generazione) – che, impiantato chirurgicamente, è in grado di correggere i disturbi del ritmo del cuore, intervenendo quando percepisce che sta battendo troppo in fretta, troppo adagio oppure si è in presenza di un ritmo disordinato. Ma ci sono dei rischi di interferenza tra questo congegno e il cellulare? Ci sono delle precauzioni da adottare?
Ci spiega tutto il Direttore della Cardiologia 3- Elettrofisiologia.


Ci può essere interazione?

E’ eventualità molto rara e da una breve rassegna degli studi effettuati a questo proposito, si evidenzia che le interferenze si verificano con maggiori probabilità nei casi in cui entrambi gli apparecchi siano tecnologicamente poco avanzati. Inoltre non sempre questa interazione elettrica ha una conseguenza pratica che impatta sull’attività cardiaca


Distanza di sicurezza

E’ sufficiente seguire alcune semplici precauzioni per evitare il rischio di interferenze. E’ buona norma tenere il cellulare ad almeno 15 cm di distanza dalla sede di impianto del pacemaker. Ad esempio, non tenere il cellulare nel taschino se il pacemaker è impiantato nel torace o alla cintura se è impiantato nell’addome. In ogni caso è consigliabile riporre il cellulare in una borsa. Inoltre è meglio utilizzare l’auricolare durante le conversazioni, oppure il vivavoce, in alternativa conversare con l’orecchio opposto al lato dove è impiantato il pacemaker.


Cos'è il pacemaker?

Fu inventato, nel 1957 negli Stati Uniti. Emette impulsi elettrici necessari per regolare la frequenza cardiaca. E' dotato di un generatore e uno o due elettrocateteri, che conducono gli stimoli al cuore. Oggi i dispositivi sono automatici: analizzano le condizioni del paziente e riducono al minimo gli stimoli artificiali. 

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