PANCREATITE CRONICA

Il pancreas è una ghiandola morbida ed allungata, situata nella parte superiore della cavità addominale, dietro lo stomaco che produce una serie di ormoni importanti per mantenere normale il livello di zuccheri nel sangue. Il più noto è l’insulina.
Un deficit di insulina porta allo sviluppo del diabete, una delle patologie più diffuse e più note quando si parla di pancreas. Ma questa ghiandola può anche essere interessata da infiammazioni, che ricadono sotto il nome di pancreatiti (acute e croniche) e che sono legate all’altra importante funzione svolta da questa ghiandola: la produzione di una serie di enzimi che aiutano la digestione del cibo.

 

Documentandosi emerge che la pancreatite è una malattia legata all’abuso di alcol, è così?

Questo è quello che si pensava in passato. Una volta era considerata una malattia legata quasi esclusivamente
alle abitudini di vita. Per cui si pensava che il forte bevitore aveva più probabilità di andare incontro a questa patologia. Negli anni sono state scoperte tante cose e l’alcol è oggi considerato un cofattore tossico: l’abuso alcolico può far venire un attacco acuto. Ma la pancreatite cronica da alcol non esiste in maniera assoluta. Quello che si è scoperto è che è una malattia genetica.


E con quali meccanismi scatenanti?

Sono stati individuati dei geni che possono essere alterati, quasi tutti sono correlati al ciclo di produzione degli enzimi, le proteine che noi produciamo nel succo pancreatico e che servono per smontare i nutrienti. Questi geni mutati producono un’attivazione inappropriata degli enzimi nella ghiandola creando un’infiammazione cronica.
E’ un po’ come se il pancreas si “auto-digerisse”?
Non proprio, diciamo che è un’attivazione tale da creare un’infiammazione cronica. Questi enzimi, infatti, creano
dei precipitati, in inglese “plugs”, che vanno ad intasare gli acini che costituiscono la ghiandola. Inoltre nel lungo
periodo possono andare a tappare lo sfintere, la “porta di uscita” dei succhi pancreatici che li riversa nel primo
tratto dell’intestino per la digestione dei nutrienti.


Quali sono i sintomi?

Nella maggior parte dei casi la pancreatite cronica è asintomatica, per anni, addirittura anche per tutta la vita.
Per i casi sintomatici, quello che si avverte è il dolore, sia per le forme acute che croniche. A causa di questo ci si rivolge al medico. Una volta la diagnosi di pancreatite veniva misconosciuta per anni: i pazienti stavano male, a causa di un dolore all’altezza dello stomaco e si pensava all’ulcera. Ora visto che è più semplice escludere altre patologie, più facilmente si arriva alla diagnosi e la pancreatite si riesce a individuare più precocemente: nel nostro centro vediamo anche bambini al di sotto dei 10 anni che sviluppano questa malattia.


Esiste un trattamento per questa patologia?

Le terapie mediche non esistono. Esiste solo la possibilità di drenare endoscopicamente il dotto pancreatico e di facilitare la fuoriuscita di questi plugs, facendo una sfinterotomia endoscopica, cioè un taglietto nello sfintere della ghiandola. Per farlo si entra dalla bocca, con un endoscopio particolare, a visione laterale, che serve ad incanulare il dotto pancreatico per poi procedere con una microincisione alla rimozione dei plugs. In questa maniera oltre l’80% dei pazienti risolve il problema. E se serve, è una procedura che può essere anche ripetuta.


Come avviene l’intervento, in anestesia?

Sia in sedazione cosciente che profonda. Il paziente generalmente viene ricoverato, ma si può anche fare in regime di day surgery o week surgery.

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.