Prevenzione e controlli cardiologici nel bambino

Piccoli cuori crescono. Forti e in salute. Ma nello specifico, quando è indicato il primo controllo cardiologico per il bambino e a quali segnali bisogna prestare attenzione? Ci siamo fatti guidare dal Responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica.


Non è mai troppo presto per dedicarsi alla salute del cuore dei nostri piccoli....

Prima di tutto c’è una piccola premessa da fare. Un bambino che nasce con una cardiopatia, e i dati ci dicono che questa situazione interessa 6-8 nati ogni 1000, può presentare una serie di sintomi che attirano l’attenzione fin dai primi momenti dopo la nascita, aprendo a un monitoraggio e a un percorso di cura specifico. In più, va ricordato, che ogni bambino viene sottoposto ad un elettrocardiogramma appena dopo il parto. Se a questo si aggiungono tutti i controlli che vengono realizzati durante la gravidanza, si capisce che, in un paese quale l’Italia, questo tipo di condizioni vengano intercettate tempestivamente.


Immaginiamo il caso di un bambino sano con una gravidanza senza problemi e senza rilevazioni post nascita: quando il primo controllo?

Il primo consiglio è di non farsi sopraffare dall’ansia del controllo precoce. Va benissimo programmarlo in età prescolare, intorno ai 4-5 anni. In più non va dimenticato che in questo lasso di tempo ci sarà il punto di vista del pediatra di riferimento. E’ lui lo specialista che segue la crescita del bambino e che può fare da sentinella su possibili anomalie con un occhio esperto. Un ulteriore passaggio di verifica è costituito, poi, dall’inizio dell’attività sportiva. In questa circostanza una visita con elettrocardiogramma, completata da un controllo ecocardiografico, per studiare la morfologia del cuore, sono un ottimo pacchetto diagnostico per escludere anomalie.


Ma i genitori a cosa devono prestare attenzione?

Certo i genitori, stando a contatto con il bambino tutti i giorni, hanno un ruolo insostituibile nel riportare informazioni importanti allo specialista. Ad esempio una situazione da non trascurare è l’affaticamento del bambino: se a parità di sforzo fisico mostra più difficoltà dei suoi coetanei, al suo stesso livello di allenamento, questo potrebbe essere indicativo.
E’ importante, poi, riportare se ci sono difficoltà respiratorie, senza una spiegazione evidente, soprattutto mentre il bambino dorme. Un altro segnale da sottolineare è il cambiamento del colore di mucose come le labbra o di aree specifiche, come le unghie delle mani, che tendono al blu subito dopo un sforzo fisico. Infine attenzione alla pressione, valori alti nel bambino sono situazioni da indagare, sempre. 


Un percorso multidisciplinare segue le gravidanze a rischio…

Sì, grazie alla collaborazione tra ginecologo, neonatologo, pediatra, cardiologo pediatrico e cardiochirurgo, vengono seguite con un counseling dedicato una media di 40 mamme sulle 2000 che ogni anno partoriscono a Niguarda.

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