TONSILLE E ADENOIDI

Sono a forma di mandorla e si trovano ai lati della gola: sono le tonsille (più propriamente dette “tonsille palatine”), un’importante barriera del nostro sistema immunitario.
Le adenoidi (o “tonsille faringee”), invece, non sono visibili e si trovano dietro le fosse nasali.

Quando è necessario intervenire per la loro asportazione?

La parola all’otorinolaringoiatra


Quando le adenoidi possono diventare un problema?

Quando si ingrossano, favorendo l’insorgenza di apnee ostruttive del sonno. Si tratta di un disturbo che impedisce di dormire bene e di riposare profondamente, a causa di pause anche importanti della respirazione. Le adenoidi molto probabilmente hanno una funzione di filtro, anche se gli studi più recenti ci indicano che la loro attività immunitaria è molto ridotta. L’ingrossamento di queste strutture può portare, inoltre, ad una ostruzione nasale che può favorire riniti e sinusiti, oltre che otiti recidivanti. Molto spesso l’infiammazione delle adenoidi si accompagna a quella delle tonsille e la patologia frequentemente si manifesta in età pediatrica.


Abbiamo parlato di apnee notturne, come si possono individuare: il russamento può essere un campanello
d’allarme?

Non è sufficiente quanto riferito dal genitore, come ad esempio il fatto che il piccolo dorma con la bocca aperta
o che di notte presenti una certa difficoltà a respirare. In questi casi è meglio avere un esame oggettivo, come la polisonnografia, che è in grado di sciogliere ogni dubbio. E’ importante, poi, la visita specialistica con la fibroscopia, un endoscopio flessibile a fibre ottiche che consente di vedere effettivamente la situazione delle vie aeree nasali. E’ fondamentale, inoltre, per il buon esito del caso che i bambini vengano seguiti sia dall’otorino sia dal pediatra.


Per le tonsille quando si interviene?

Quando gli episodi infettivi si ripetono con una certa frequenza, mediamente intorno ai 6-7 nel corso di un
anno. Comunque è una questione un po’ controversa, ogni specialista ha il suo punto di vista. Secondo la mia
opinione i bambini sotto i 5 anni non vanno mai sottoposti all’intervento, sia per le tonsille sia per le adenoidi, se non in casi molto gravi di apnee ostruttive del sonno o di deficit dello sviluppo. Ovviamente prima di valutare
l’intervento bisogna provare con le terapie mediche, che si basano sulla profilassi antibiotica, la somministrazione di immunostimolanti, l’utilizzo di spray nasali a base di cortisonici ed eventualmente gli antistaminici, nei casi in cui ci sia un’associazione con le allergie. Se nonostante questi tentativi le infiammazioni si ripetono allora bisogna pensare alla possibilità chirurgica, che comunque va valutata caso per caso.


Quali sono le caratteristiche dell’intervento?

Viene effettuato in anestesia generale. E oggi c’è un vantaggio importante per le adenoidi. In passato, infatti,
la loro rimozione avveniva per così dire “alla cieca”.
Invece negli ultimi anni, grazie all’utilizzo di particolari endoscopi, il chirurgo può vedere con più precisione dove intervenire. Questo tipo di chirurgia “guidata” è indicata, soprattutto, nei bambini in cui le adenoidi sono associate ad otiti recidivanti, in questi casi, infatti, la rimozione di tutti i residui è essenziale.
Anche per le tonsille ci sono importanti innovazioni tecnologiche: si possono asportare con il laser o con il
bisturi ad ultrasuoni…
Sì, ma la tecnica tradizionale, vale a dire “a freddo”, con pinza, forbici e bisturi, secondo la mia esperienza
è quella meno traumatica e più utile per un decorso meno doloroso. Altrettanto importante in entrambe le
procedure, sia per le tonsille sia per le adenoidi, è la fase finale dell’intervento: quella dedicata all’emostasi per
favorire una corretta coagulazione del sangue.


Post intervento e i tempi di recupero

Dopo l’intervento il paziente resta in ospedale una notte e il giorno dopo può essere dimesso. In caso di asportazioni delle adenoidi il tempo di recupero è di circa una settimana. Si parla di 15 giorni per le tonsille, per cui è molto importante l’alimentazione.
“Nei primi giorni deve essere solo liquida e a temperatura ambiente. Nei giorni successivi possono essere introdotti cibi dalla consistenza semi-solida come gelato, yogurt, frullati e purè. E’ molto importante il riposo assoluto per evitare possibili sanguinamenti.

Le informazioni medico-scientifiche pubblicate in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la visita medica.

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