Tra i rimedi per il mal di testa gli anticorpi monoclonali per l’emicrania

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L’emicrania interessa 7 milioni di Italiani. Più coinvolte le donne. Buoni risultati con le nuove terapie anti-CGRP, che sfruttano l'azione di anticorpi monoclonali per la cefalea, una possibilità in più farmacologicamente avanzata tra i rimedi per il mal di testa. Tutti almeno una volta nella vita hanno sofferto di mal di testa. Ma cefalea ed emicrania sono due termini che si riferiscono a due condizioni diverse. Cefalea è il termine generico che raggruppa tutte le tipologie esistenti di dolore alla testa

 

Cefalea o emicrania che differenza c’è?



La classificazione internazionale attualmente adottata è formata da 14 sottocategorie ognuna delle quali affronta un tipo di cefalea differente (esempio cefalea a grappolo, cefalea tensiva...). La prima è dedicata all’emicrania, ovvero la più importante delle cefalee, che per rientrare in questa “casella” deve presentare delle caratteristiche precise. Il dolore, infatti, deve durare tra le 4 e le 72 ore e avere almeno due delle seguenti caratteristiche: deve avere una localizzazione unilaterale, deve essere di tipo pulsante, di intensità media o forte e può aggravarsi con attività motorie come camminare. Si associa a nausea, vomito, fotofobia e fonofobia (fastidio causato dalla luce e dai suoni). 

 

Un dolore disabilitante…



Dopo il dolore lombare, l’emicrania è la seconda patologia più disabilitante nel mondo (per diffusione). Da considerare che l’attacco emicranico può arrivare a durare fino a 3 giorni e che può avere una fase anticipatoria di 2 giorni e un altro “strascico” di durata equivalente con sintomi vari. Se si considera la fase acuta, il pre e il post, in totale si può arrivare fino a 7 giorni di fastidio per singolo episodio.

 

L’emicrania interessa più le donne o gli uomini?



L’emicrania è una malattia che ha una maggiore incidenza nel genere femminile (2-3 volte maggiore rispetto agli uomini- dopo la pubertà) con molti casi “sommersi” trasversali ad entrambi i sessi. Nelle donne la percentuale di casi non diagnosticati si attesta al 59% nei maschi al 71%. In totale nell’area europea e del Nord America si stima  che a soffrire di emicrania sia il 12% della popolazione. Questo dato rapportato all’Italia indica che ci sono 7 milioni di persone che soffrono di emicrania, una patologia che nel 90% dei casi insorge prima dei 40 anni. Ad oggi è uno dei disturbi ancora meno diagnosticati e curati.

 

Nuove terapie con gli anticorpi monoclonali per l’emicrania



Erenumab è il nuovo farmaco che è entrato di recente nella pratica clinica. Rientra nella categoria di anticorpi monoclonali per l'emicrania. Questa molecola si comporta come un cecchino che entra nell’organismo e agisce specificamente su CGRP, una piccola proteina coinvolta nei meccanismi che portano al dolore dovuto all’emicrania. Con il blocco del recettore per il CGRP nei soggetti con emicrania cronica si ottiene un doppio effetto: da una parte si evita l’infiammazione e dall’altra si arresta la trasmissione centrale del dolore. Queste terapie hanno dimostrato una grande efficacia con una riduzione drastica delle crisi. Addirittura nel 25% dei casi- con una terapia prolungata- questi nuovi farmaci hanno portato ad una scomparsa degli episodi di emicrania.

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