#8marzo: Mary Walker

Immaginate di non poter votare, non poter possedere denaro, di non poter decidere per i vostri figli, di non poter fare nessuna professione se non la cameriera o l’istitutrice, di non essere ammesse a nessuna università. Ecco alcune storie di donne che hanno iniziato a cambiare le cose. Ecco il nostro 8 marzo.

Riconoscere Mary Walker al pari dei colleghi maschi è una mostruosità medica” disse G. Perin, direttore medico dell’Esercito Nordista. E il capitano Benedict J. Semmes aggiunse: “Non è di bell’aspetto e ha una lingua così lunga da tenere a bada un reggimento”. Questi i commenti che suscitò la comparsa tra le truppe nordiste di Mary Edwards Walker.
La ragazza quindi non era bella, aveva un carattere pestifero e, cosa più grave di tutte, faceva il chirurgo.

Allo scoppio della Guerra Civile Americana, Walker si propose come medico di guerra nell’esercito dell’Unione. Le fu proposto un posto da infermiera, ma lei rifiutò: era un abile chirurgo e come tale avrebbe lavorato, e si offrì come volontaria civile. Operò senza sosta sul fronte di molte battaglie e per questo ricevette la Medaglia all’Onore americana, la più alta onorificenza.
Furiosa per “la stupidità di questo sistema dominato dagli uomini”, Walker fece pressione per tutta la durata del conflitto sul Segretario alla Guerra per ottenere una retribuzione per il suo lavoro. Esasperato dalle sue continue insistenze (“se non facciamo qualcosa questa continuerà a darci problemi!”), il Segretario esaudì il suo desiderio e Walker ottenne finalmente un lavoro retribuito nell’Esercito degli Stati Uniti. Mary non fu un chirurgo qualsiasi: si opponeva alla pratica troppo comune di amputare gli arti e sceglieva invece il controllo delle ferite fino alla riabilitazione dell’arto.

Dopo la guerra divenne anche scrittrice e docente. Per tutta la vita rischiò di vedersi togliere la medaglia all’onore: in tanti ritenevano che, in quanto donna, fosse immeritata. Lei rispondeva che “avrebbero potuto toglierla dal suo cadavere”. Morì a casa sua a Oswego, a 86 anni, e bisogna dire che, alla fine, nessuno osò toccare la sua medaglia.
 

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