“Il dolore cronico è un dolore invisibile e spesso non si viene creduti, siamo immaginari”

Dolore-cronico: la storia di Elisabetta

Una diagnosi di sarcoma retroperitoneale le piomba addosso e le sconvolge la vita. Quando succede Elisabetta ha 47 anni. La diagnosi, la paura e poi l’intervento per rimuovere il tumore in un grande centro milanese. Ma qualcosa fin da subito da non va, il tumore è stato rimosso, ma una fitta lancinante stringe come in una morsa la sua gamba destra prima per poi arrivare a prendersi tutta la sua vita poi. “Dopo l'intervento già provata fisicamente e mentalmente ho dovuto affrontare un dolore cronico alla gamba destra che per anni mi ha impedito di svolgere le normali attività sia lavorative che familiari- sottolinea Elisabetta-. Ricordo che fin dall’uscita dalla sala operatoria quel dolore martellante era già parte di me. Inizialmente si pensava a qualcosa di temporaneo ma così non è stato. Nei mesi successivi mi sono sottoposta a tantissimi esami, tac, risonanze, consulti ma tutti senza riscontri oggettivi. Probabilmente qualcosa durante l’intervento è stato leso in maniera irreversibile ma comunque non si trovava una causa. Tutto questo ha una portata dirompente, destabilizzante sulla vita di una persona”.

Il dolore cronico è un dolore invisibile e spesso non si viene creduti, siamo immaginari.
A questo si abbinano, poi, anche altre difficoltà. Non sentirsi a posto con se stessi a volte non ti fa percepire affianco neanche le persone che ti vogliono bene. Compromette la vita sociale e la personalità delle persone. Dopo aver provato tante terapie farmacologiche senza successo, sono arrivata al Centro di Terapia del dolore presso Ospedale Niguarda di Milano nell'aprile 2019
”.

Qui le viene proposto di inserire un'elettrostimolatore midollare, un "pacemaker" del dolore. “Il fine, come un chiodo fisso, era zittire quel dolore quotidiano per tornare alla normalità. La mia vita aveva pagato un prezzo già troppo alto. Ho dovuto rinunciare a tanto, troppo, a quasi tutto”. Elisabetta amava camminare, andare in palestra, i concerti, gli spettacoli teatrali... tutto è andato in pezzi, frantumato sotto i colpi di quel dolore totalizzante.

Il pacemaker impiantato è un dispositivo che mima il funzionamento di quello cardiaco solo che la neurostimolazione è diretta a livello midollare sui centri che presiedono alla sensazione del dolore.

L’impianto funziona e il dolore martellante viene ridotto a un formicolio, quanto basta per riappropriarsi della normalità. “C'é un percorso importante da fare, fatto di medici che ti capiscono, lo psicologo che ti segue...è alla fine un percorso sia interno che esterno. Ho ripreso a 52 anni la mia vita da dove l'avevo lasciata. Con questa mia testimonianza, voglio essere di aiuto a tutti coloro che come me soffrono di dolore cronico, costretti ad una vita fatta di solitudine e di cattivi pensieri. Ringrazio con tutto il cuore il Dottor Notaro e tutto il suo Staff del Servizio che con "empatia" hanno cercato un sollievo alle mie sofferenze e di tutti quelli che si rivolgono a questi meravigliosi professionisti”.

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