“Non mi riconoscevo, ero sempre io, ma ero molto cambiato. Poi con il passare dei mesi e delle operazioni mi sono abituato e adesso il mio aspetto non mi genera più malessere. All’inizio mi nascondevo, ora va molto meglio, sono più a mio agio con il mio corpo e con me stesso”

Michele, una scarica elettrica a pochi centimetri dal cuore e le ustioni di quarto grado

La storia di Michele è stata raccontata dalla trasmissione di La 7 “Le parole della salute” con un particolare sottotitolo: “Ritrovare la normalità con la chirurgia plastica ricostruttiva”. Perché la storia di Michele è questo: intervento dopo intervento, riacquistare un aspetto il più possibile normale dopo aver subito gravissime ustioni e, insieme all’aspetto, una normale percezione di sé del proprio “nuovo” corpo.

Michele fa lo spazzacamino e un giorno, mentre è sulla sua piattaforma per controllare dall’alto una canna fumaria, prende una fortissima scarica elettrica. È fortunato perché la scossa manca di pochi centimetri il cuore, salvandogli la vita. Ma riporta ustioni gravissime. Viene portato a Niguarda in elicottero e sottoposto al primo di una serie di interventi di chirurgia plastica ricostruttiva.

Le ustioni vengono classificate in base alla profondità alla quale la lesione termica ha creato danno - spiega Franz Wilelm Baruffaldi Preis, direttore del Centro Ustioni e della Chirurgia Plastica Ricostruttiva di Niguarda - Il primo grado è un arrossamento dello strato superficiale dell’epidermide e guarisce spontaneamente, anche se è doloroso perché irrita le terminazioni nervose. Il secondo grado presenta la formazione di bolle, però è ancora è presente ed efficiente lo strato rigenerativo della pelle. Si passa poi al terzo grado, dove c’è una necrosi importante , quindi quello che rimane è un tessuto che va ricostruito. Il quarto grado è un ustione che riguarda anche i tessuti muscolari e scheletrici sottostanti. Questi andranno per forza ricostruiti”.

Michele riporta ustioni di quarto grado. È colpito soprattutto alla parte sinistra del volto, dove la scossa è entrata nel corpo, e in una vasta area nella zona lombare, dove il fulmine è uscito. Ma anche un polso e una mano sono implicati. Il primo intervento gli salva l’udito, anche se non il padiglione auricolare. Seguono, fino ad ora, altre nove operazioni volte a riparare il danno ai tessuti ma anche a riacquistare un aspetto via via sempre più normale.

All’inizio non mi riconoscevo - racconta Michele - Sì, ero sempre io, ma ero molto cambiato. Poi con il passare dei mesi e delle operazioni mi sono abituato, adesso il mio aspetto non mi genera più malessere. All’inizio con le persone mi nascondevo un po’, avevo un po’ di timore di farmi vedere… Ora va molto meglio, sono più a mio agio con il mio corpo e con me stesso”.

Il percorso operatorio non è ancora finito. Sono diventati un’abitudine gli incontri con Preis, che ad ogni incontro chiede a Michele : “Fammi vedere le tue cicatrici per capire cos’altro va fatto per migliorare ulteriormente il tuo aspetto”. In previsione ci sono sedute di lipofilling alla schiena: si preleva il grasso da un’altra zona del corpo e si va a “riempire” la zona dorsale, dove i muscoli sono molto superficiali e dove la scossa elettrica ha lasciato un buco profondo.
Dobbiamo inventarci qualcosa per fare in modo che tu abbia un orecchio” dice ancora Preis. “Per questo ricorrerei a una protesi in silicone fissata in modo permanente tramite dei piccoli perni assicurati all’osso. Questo è necessario per renderti simmetrico ma anche per motivi pratici: per esempio, dove li appoggi gli occhiali?” Michele ride. È sempre sorridente quando parla del proprio incidente e del proprio aspetto e di tutti gli interventi che sta affrontando con grande fermezza e forza di volontà. Sorride ricordando il ritorno a casa dopo settanta giorni di ospedale e racconta la gioia di rincontrare gli amici e soprattutto il figlio, che non lo vedeva da cosi tanto tempo che a scuola raccontava che il suo papà era morto.

Un connubio fortunato quello del carattere di Michele e dei professionisti di Niguarda, tutti determinati a ridargli un aspetto il più possibile uguale a prima per recuperare un sempre maggiore senso di agio col proprio corpo. Adesso Michele si tuffa nel mare con gli amici e i familiari, in costume da bagno e con la cicatrice sulla schiena ben visibile.