“Io sto bene e faccio tutto quello che ho sempre fatto, vado anche in campagna, vado in barca, ho i miei capelli…”

TUMORE AL COLON RETTO: la storia di Giuseppe

Ci chiede di parlare un po’ più scandito e a voce alta.
Ma a parte questo, a vederlo, non si direbbe di avere davanti una persona di 87 anni. In più non indovinereste mai che il nostro interlocutore ha appena fatto 12 ore filate di pullman dalla Calabria, da solo, senza nessun accompagnatore.
E’ un viaggio lungo che si ripete ogni settimana per raggiungere Niguarda, dove Giuseppe ha il suo consueto appuntamento con le visite e le terapie sperimentali a cui si sottopone per il tumore del colon in fase metastatica.

Nessuno scoramento, tanta forza e volontà: Giuseppe è un uomo per cui bastano pochi istanti per accorgersi della vitalità fuori dal comune, che lo contraddistingue.

Dopo il lungo viaggio puntuale come ogni mercoledì mattina arriva nel day hospital dell’Oncologia di Niguarda, qui praticamente lo conoscono tutti e tutti hanno imparato ad apprezzarlo (“nonostante la lunga trasferta- ci dice il personale- non chiede mai di avere trattamenti di favore, di passare davanti agli altri, inoltre se è in ritardo si premura di avvisarci, sempre”).

Come bagaglio ha un’unica piccola borsa con dentro gli effetti personali. D’altronde di più non serve, finiti i controlli e la terapia, la sera stessa i 1.100 km saranno percorsi in senso inverso per fare ritorno a casa. In totale sono 2.200 km in 48 ore (di cui 24 di viaggio), tutte le settimane: è la storia speciale di uno dei pazienti che a Niguarda sta partecipando con ottimi risultati alla sperimentazione clinica HERACLES (frutto della ricerca congiunta dell’Istituto di Candiolo e Niguarda e finanziata da AIRC- Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro- per il carcinoma colorettale con metastasi, HER2 amplificato).

 

Da quanto tempo dura la sua lotta contro la malattia?

Nel 2005 sono stato operato a Roma per un carcinoma al colon. Poi mi sono sottoposto alla chemioterapia, nell’ospedale più vicino, dove abito in Calabria. Per i 4 anni successivi le Tac di controllo, a cui mi sottoponevo, dicevano che andava tutto bene. Anzi nella mia testa si era accesa la speranza: “Vuoi vedere che sono guarito?”.

 

Ma purtroppo non è andata così….

No, alla fine del quarto anno dall’operazione il tumore si è ripresentato. Ha iniziato a crescere nuovamente. Da allora ho provato tante chemioterapie. Sono venuto a Milano in istituti specializzati e mi sono rivolto anche ad altri centri un po’ in tutta Italia. Ho iniziato delle altre terapie farmacologiche, che per i primi mesi sono state efficaci, poi però gli effetti positivi si sono interrotti di colpo.

 

Poi però un articolo sul giornale le ha indicato una nuova possibilità a Niguarda…

Mi ricordo che un giorno mentre sfogliavo un quotidiano, mi è caduto l’occhio su un articolo che parlava di Niguarda come uno dei centri più avanzati per le sperimentazioni in materia di tumore al colon retto. Parlava della terapia HERACLES indicando i primi dati: per alcuni pazienti c’erano stati ottimi risultati. Allora mio figlio, che è un dermatologo e lavora a Roma, si è subito messo in contatto con Niguarda per saperne di più.

 

Cosa gli hanno detto?

Che era necessario inviargli tutta la documentazione clinica precedente. Potevo partecipare alla sperimentazione solo se il tumore aveva delle precise caratteristiche genetiche (ndr, l’amplificazione dell’oncogene HER2), abbastanza rare. I nuovi farmaci potevano essere utili solo se ricadevo in questa casistica. Hanno fatto tutti gli accertamenti e hanno visto che la mia malattia aveva quelle caratteristiche. Mi hanno detto che era come aver trovato una pallina bianca su cento nere.

 

Poi è iniziata la sperimentazione e i suoi viaggi settimanali a Niguarda?

Sì, con buoni risultati già dai primi trattamenti. Già la prima Tac di controllo evidenziava una riduzione delle masse tumorali. E fino ad oggi questi buoni risultati si sono mantenuti. Io, infatti, sto bene e faccio tutto quello che ho sempre fatto, vado anche in campagna, vado in barca, ho i miei capelli…

 

Qui, come si svolgono le terapie?

Dopo la visita con l’oncologo, mi sottopongo ad un esame del sangue. Poi c’è la flebo da fare con un farmaco specifico, la procedura dura circa 1 ora, 1 ora e mezza e io ne approfitto per fare un riposino, sa dopo il lungo viaggio… Poi tutti i giorni prendo quattro compresse di un altro farmaco, che mi viene fornito dall’Ospedale.

 

Grazie signor Giuseppe per averci raccontato la sua storia, buon viaggio per il ritorno e buona fortuna!

Buona fortuna anche a voi, io posso dire che la mia dose di buona sorte l’ho già avuta.