“Non volevo farmi operare ma il dottore ha usato le parole che hanno toccato le corde del mio cuore...fatto sta che mi sono convinta e mi sono fatta operare”

TUMORE ALL'ENDOMETRIO: la storia di Adriana

La storia di Adriana è di quelle uniche, difficili da dimenticare. I segni del tumore arrivano quando lei ha superato la settantina.
Le perdite si susseguono per diverso tempo, lei le vede, ma gira gli occhi dall’altra parte. A seguito di alcune circostanze drammatiche, ha perso interesse per la vita e per questo non le interessa curarsi. Fino a quando un giorno nel pronto soccorso di Niguarda un incontro con un medico le fa cambiare idea.

La sua vicenda è singolare, davvero voleva ignorare i sintomi della malattia?

Sì, è andata così. Avevo queste perdite vaginali da più di un anno. Immaginavo che fosse qualcosa di brutto, però non volevo curarmi. Vivevo un periodo difficile della mia vita che si trascinava da diversi anni, da quando uno dei miei figli è scomparso in giovane età, 16 anni fa. Da allora è andata sempre peggio, sopravvivevo passivamente. Non mi interessava più di niente neanche di me stessa, pensi che sono arrivata a pesare quasi 100 chili.

Era proprio un periodo nero…

Ero indifferente a tutto ciò che mi capitava, vivevo come su una nuvola. Il colpo che la vita mi aveva inferto era stato veramente basso. Mio figlio aveva 25 anni ed è venuto a mancare per un collasso mentre era alla guida della sua macchina. Di lì a qualche mese si doveva sposare, era tutto pronto per le nozze e sa per una mamma questo cosa vuol dire. Sono passati diversi anni ormai, ma per me è come se fosse ieri. In più la mia situazione familiare in generale non è mai stata molto stabile, è sempre stata piuttosto travagliata.

Cosa le ha fatto cambiare idea?

Una mattina la perdita sembrava inarrestabile. Ero nel letto e il materasso era completamente intriso di sangue. Così sono dovuta andare al pronto soccorso. Lì a Niguarda, mi hanno sottoposto a tutti gli accertamenti del caso poi c’è stato il faccia a faccia con il ginecologo, il dottor Sanguineti. E’ lui che mi ha comunicato la diagnosi: si trattava di un tumore dell’endometrio e bisognava intervenire al più presto. Io gli ho spiegato che non volevo essere operata. Ma lui mi ha fatto ragionare su quello che stavo facendo. Mi ha spiegato tutti i rischi a cui andavo incontro e poi mi ha fatto riflettere sul fatto che avrei lasciato da solo l’altro mio figlio. Che certo ormai è grande, però l’avrei comunque abbandonato. Così mi ha detto: “Ci pensi su e mi faccia sapere”.

E lei? Ci ha pensato? Si è convinta?

Sì. Sarà perché il dottore ha usato le parole che hanno toccato le corde del mio cuore, sarà perché in lui ho rivisto i modi di mio figlio scomparso… fatto sta che mi sono convinta e mi sono fatta operare.

Una volta presa la decisione, l’intervento com’è andato?

Benissimo. Sono davvero stata fortunata. Mi aspettavo un intervento più complesso. Mi hanno fatto giusto quattro piccoli fori sulla pancia senza nessun taglio e nessuna cicatrice. Ricordo che quando mi sono risvegliata dall’anestesia mi sentivo come se non mi avessero operato. Nessun dolore, non ero minimamente intontita, anzi ero bella arzilla e allegra. Tanto che quando mio figlio mi è venuto a trovare scherzosamente mi ha detto: “Ma dove ti hanno portato? In sala operatoria o in una sala da ballo?”.

Come mai ha scelto Niguarda?

E’ sempre stato l’ospedale di famiglia. Qui era stato ricoverato il mio primo marito per problemi cardiaci e anch’io ero stata seguita per l’ipertensione. Mi ero sempre trovata bene e così è stato anche per il problema oncologico. Qui mi hanno salvato la vita, oltre che a cambiarmela. L’assistenza è stata ottima, tanto che ho consigliato questo ospedale a diverse mie amiche.

Adesso come sta? Come prosegue il percorso di cura?

Io sto bene. Faccio le visite ogni 6 mesi circa. Mi sottopongo all’ecografia e ai prelievi per le analisi del sangue. Sono già passati 3 anni dall’operazione e procede tutto bene.