Stop TB Italia Onlus

Associazione di volontariato attivo

SEDE c/o NIGUARDA:

Villa Marelli
Centro di riferimento regionale per la Tubercolosi.
viale Zara, 81


PRESIDENTE: Giorgio Besozzi

Sito Web: http://www.stoptb.it
Email: stoptbitalia@gmail.com
Telefono: 02 6444.5886/3321
fax: 02 6444 5826
ATTIVITA'

- Sensibilizzare le autorità e l'opinione pubblica italiana sulla Tubercolosi, in coordinamento con la STOP TB partnership dell'OMS a Ginevra.

- Promuovere e sostenere l'attività di formazione di staff medico e non sia italiano che internazionale sulla TBC.



 



STOT TB: LE SUONIAMO ALLA TUBERCOLOSI

Ogni anno 9 milioni di casi. Imparare a riconoscerla per curare prima e meglio



E’ una delle malattie più antiche nella storia dell’umanità. La battaglia contro la tubercolosi si trascina, infatti, dalla notte dei tempi ed è tutt’altro che conclusa. A ricordarcelo c’è un’associazione con un nome chiaro che è tutto un programma: “Stop TB”. Una realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale che ha fatto dell’impegno contro la malattia la bandiera della propria missione e che ha scelto come sede operativa uno degli avamposti maggiormente coinvolti in questa battaglia: Villa Marelli, polo territoriale della pneumologia di Niguarda e centro riconosciuto come tra i più importanti per la tisiologia italiana.





CONOSCERE LA MALATTIA



Essere d’aiuto per sconfiggere l’epidemia significa fare in modo che della malattia si parli e in questo senso Stop TB negli ultimi anni si è adoperata per campagne di sensibilizzazione mirate (il claim della campagna 2015 è: “le suoniamo alla tubercolosi”), perché solo con la consapevolezza del problema si possono prendere le misure necessarie. Tra queste sicuramente rientra la formazione del personale medico sanitario. “La tubercolosi- ci spiega il tisiologo Giorgio Besozzi, Presidente di Stop TB - fino agli anni ’70 la conoscevano tutti, sia la popolazione generale sia i medici. Dagli anni ’80 in poi, grazie all’avvento di nuovi farmaci, la malattia è stata contrastata, se ne parlava di meno e si è arrivati addirittura all’estromissione della tisiologia dall’insegnamento universitario. Il risultato? Un medico di base, formato negli anni ’80 che non ha mai visto un caso di tubercolosi e che non ha mai sentito parlare della malattia, rischia di non avere gli strumenti per diagnosticarla. Oggi è necessario ritornare a fare formazione ed quello su cui puntiamo con i nostri corsi”.

 



L’IMPEGNO INTERNAZIONALE



Imparare a riconoscere la tubercolosi e a curarla è una mossa necessaria in Italia, diventa una priorità nei Paesi in via sviluppo, dove la minaccia è ancora più drammatica. L’associazione da molti anni supporta pneumologi, microbiologi, infettivologi che operano in nazioni ad alta endemia, fornendo assistenza tecnica in loco contro la tubercolosi. “Gli ultimi progetti intrapresi ci hanno visto protagonisti in aree come il Senegal e il Sud Africa, zone ad alto rischio in cui l’aiuto ha portato ad un controllo migliore della malattia- afferma Besozzi-”.





CURARE PRESTO, CURARE MEGLIO



livello mondiale, la tubercolosi resta la seconda causa di morte tra le malattie infettive dopo l’HIV. Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)-divulgati lo scorso marzo in occasione della giornata mondiale per la lotta contro la patologia- nel 2013 ci sono stati 9 milioni di nuovi casi nel mondo. In Italia, sebbene si riscontri una bassa incidenza nella popolazione (meno di 10 casi per 100 mila abitanti) rimane comunque molto da fare. “Parlando di tubercolosi- spiega Besozzi- bisogna partire dal presupposto che è una malattia curabile. È fondamentale, però, che la diagnosi avvenga il più precocemente possibile e che la gestione terapeutica, spesso lunga mesi e fatta di farmaci dagli effetti collaterali pesanti, avvenga nella maniera più scrupolosa. Solo curando bene e presto si potranno limitare le forme croniche, che acquisiscono la resistenza ai farmaci, migliorando così la percentuale di successo”.